“Prima finale europea? Suona bene. È un grande traguardo e motivo di soddisfazione, ottenuto in una stagione davvero positiva da parte di tutta la squadra. È il punto più alto della mia carriera? Sì, in termini di realizzazione e prestigio assolutamente. In termini di gratificazioni, per fortuna ne ho avute parecchie, anche se forse non allo stesso livello”. Lo ha detto Gian Piero Gasperini in un’intervista all’Uefa a due giorni dalla finale di Europa League per la sua Atalanta contro il Bayer Leverkusen: “I loro risultati parlano da soli: non ha mai perso quest’anno. Affronteremo una squadra molto tosta, che ha fatto qualcosa di straordinario nel suo paese. Sono molto solidi e compatti, difficili da superare. Creare spazi contro di loro è difficile e in più hanno velocità e tecnica in attacco. Sono un’ottima squadra, altrimenti non avrebbero ottenuto questi risultati, ma anche noi abbiamo attributi importanti e spero di poter dare loro problemi per farli sbagliare”.
Sulla sua carriera: “Non credo che vincere una coppa faccia sempre parte dei parametri con cui si giudica il successo. Ognuno ha i propri obiettivi. Se riesci a superarli di molto, come è successo quest’anno, devi comunque ritenerti molto soddisfatto. Ovviamente, se riusciamo ad aggiungere anche una coppa saremo ancora più soddisfatti. Ci sono state tre qualificazioni consecutive in Champions League per una squadra che giocava anche un ottimo calcio e segnava tanto. Anche la corsa in Champions League ci ha dato una grande spinta. Siamo arrivati a un passo dalla semifinale e abbiamo affrontato il Paris. È sempre rimasto il massimo traguardo raggiunto, ma devo dire che quest’anno forse lo abbiamo superato e siamo andati oltre”.
E sul fatto di essere un pioniere della difesa a tre poi utilizzata da molte squadre e proprio dai tedeschi: “Le due squadre hanno un modulo simile: sono molto contento, perché quando ho iniziato a usarlo qualche anno fa eravamo praticamente gli unici. Eravamo noi quelli strani. Adesso, in Champions ed Europa League, ci sono tante squadre che giocano allo stesso modo, anche se con il proprio approccio e il proprio stile. Tre difensori e tre attaccanti sono diventati di moda, si potrebbe dire, o almeno molto comuni”.