Dal Foro Italico, Lorenzo Ercoli
Il doppio si rinnova con l’obiettivo di sempre, quello di rendersi più appetibile a un mondo monopolizzato dai singolaristi. Il Masters 1000 di Madrid con la sperimentazione di un nuovo potenziale format per gli eventi della categoria ha segnato un passo, adesso è tempo di trarre i primi bilanci. Agli Internazionali d’Italia 2024 i protagonisti sono scesi in campo con il format tradizionale, Simone Bolelli e Andrea Vavassori approdando in semifinale hanno regalato in patria un momento di gloria al doppio e hanno fatto un bilancio: “La prova fatta a Madrid per quanto mi riguarda è buona, giocare in meno giorni è un bene. Magari da cinque li porterei a sei, così in caso di pioggia siamo coperti. Per Vavassori forse non è il massimo avendo il singolo”. Bolelli introduce così il primo tema, la durata del torneo in cinque giorni dal martedì al sabato della seconda settimana. L’obiettivo è quello di creare un ordine più chiaro e semplice anche per i tifosi. Le criticità emergono però per chi come Vavassori prosegue la carriera in singolare: “Forse l’ideale sarebbe iniziare un mercoledì e finire quello dopo, anche se capisco che il torneo non sarebbe contento di una finale quel giorno. Io sono uno dei pochi con la doppia carriera, quindi non posso avere troppa voce. A Madrid però è accaduto che io abbia perso al primo turno di qualificazione e poi sono tornato a casa perché passavano troppi giorni prima del mio esordio in doppio”.
Tra le novità sperimentate, l’ATP ha puntato molto sulla rivoluzione del sistema di entry list che riserverà posto per sedici coppie che entreranno usando la propria classifica di singolare. Lo scontro tra i migliori doppisti del globo e i più noti singolaristi, schierati in coppie inedite, è ciò che potrebbe creare interesse. Bolelli su ciò ha però mostrato qualche perplessità: “Non so quanti singolaristi forti saranno davvero invogliati a giocare. Chi martedì sarà ancora in corsa nel singolare non credo sceglierà di giocare su un altro fronte. Adesso per me e Wave non cambia niente con la nostra classifica, ma il numero 35 del mondo in doppio rischia di non giocare un Masters 1000 e non so se sia una cosa giusta”. In campo c’è stata anche la sperimentazione dello shot clock di 15 secondi tra un punto e l’altro se lo scambio terminava in meno di quattro colpi, meno tempo per i cambi campo e la libertà di movimento del pubblico. “I 15 secondi secondo me non passeranno. Troppo poco tempo, non si riesce a parlare, specialmente nei momenti importanti i giocatori non riescono a comunicare. Magari se proprio si vuol fare qualcosa di più dinamico possiamo arrivare a 20 secondi”.
In attesa dei prossimi sviluppi, Vavassori auspica un fronte unito per il futuro della disciplina: “Dobbiamo essere bravi e dobbiamo fare gruppo insieme per rendere il doppio più visibile. Il marketing è importante. A volte non si conoscono i doppisti e questo influisce. Anche nel calcio se non conosci squadre e calciatori non c’è trasporto. Questi Internazionali sono un bello spot per il torneo ed è bello giocare su un Pietrangeli così pieno. Noi ci stiamo provando e ci sono dei buoni segnali”.