Le pagelle della dodicesima tappa del Giro d’Italia 2024, la Martinsicuro-Fano di 193 km. Impresa eroica di Julian Alaphilippe, che alza le braccia al cielo sul traguardo di Fano dopo una fuga di oltre 130km insieme al solo Mirco Maestri. Il due volte campione del mondo e il romagnolo della Polti-Kometa compiono un’azione eroica, anticipando gli altri inseguitori con un’azione che sembrava velleitaria ma che si è rivelata vincente. Il francese ha poi sferrato l’attacco decisivo a 11,5km sullo strappo di Monte Giove, pennellando poi in discesa senza lasciare nessuna chance agli inseguitori. Di seguito le pagelle della dodicesima tappa del Giro d’Italia.
ORDINE DI ARRIVO DODICESIMA TAPPA
LE PAGELLE DELLA DODICESIMA TAPPA
JULIAN ALAPHILIPPE, voto 10: difficile trovare gli aggettivi per la prestazione che ha fornito oggi il due volte campione del mondo. È stato uno dei primi ad animare la tappa, provando subito la fuga appena iniziato l’entroterra marchigiano. Poi la folle azione a 130 km dal traguardo, che sembrava spregiudicata ma si è rivelata un’impresa storica che resterà negli annali del Giro d’Italia, e che ci ha restituito per un giorno l’Alaphilippe dei giorni migliori.
MIRCO MAESTRI, voto 9: encomiabile il lavoro del classe ’91 della Polti-Kometa quest’oggi. Ha avuto l’ardore di seguire Alaphilippe quando mancava un’eternità al traguardo, collaborando alla perfezione in pianura con il campione francese (che infatti lo ha ringraziato a fine tappa). Avrebbe meritato anche lui la vittoria di tappa (come detto dallo stesso Alaphilippe), ma è arrivato al traguardo stremato centrando comunque una preziosa top10. Solo complimenti per lui.
JHONATAN NARVAEZ, voto 8: il campione nazionale ecuadoriano era il favorito della vigilia e ci ha provato fino alla fine. Inizialmente è stato uno dei più attivi nel cercare la fuga, poi anche sullo strappo di Monte Giove ha dimostrato una gamba brillante. Il suo problema è che ha trovato davanti un Alaphilippe in stato di grazia quest’oggi. Ci riproverà sicuramente.
QUINTEN HERMANS, voto 8: quanto detto per Narvaez vale anche per il belga della Alpecin-Deceuninck, alla vigilia terzo favorito dopo l’ecuadoriano e il vincitore. Anche lui non si è mai dato per vinto, dimostrando una grande gamba. Era una tappa cucita su misura per finisseur come lui, ora restano meno occasioni a disposizione, ma non ha nulla da rammaricarsi.
CHRISTIAN SCARONI, voto 7: il bresciano della Astana dovrà tenere ancora il baffo. Il classe ’97, che a inizio stagione ha scommesso con la sua squadra che avrebbe tagliato i baffi una volta vinta una corsa, deve rimandare il suo appuntamento col barbiere. Non per colpa sua però, perché lui ce l’ha messa tutta in questa tappa, ma semplicemente ha trovato davanti degli avversari più forti.
JAN HIRT, voto 5: il suo tentativo di andare in fuga è da apprezzare, con il gruppo maglia rosa che aveva dato anche il suo lasciapassare. A un certo punto il ceco della Soudal Quick-Step era addirittura vicino al podio virtuale, ma non ci ha mai provato fino in fondo, limitandosi a rimanere nella pancia del gruppone inseguitore e mandando Vansevenant a tirare ma senza troppa convinzione. Occasione sprecata per rientrare in classifica, anche se la sua squadra e il ds Bramati possono comunque festeggiare la vittoria di tappa.
BAHRAIN VICTORIOUS, voto 5: atteggiamento inspiegabile quello della formazione di Antonio Tiberi. Prima non è riuscita a centrare la fuga con nessun corridore, con il solo Sutterlin a provarci, pur non avendo le caratteristiche giuste per la tappa di oggi. Poi la squadra di Pellizotti si è messa a tirare a una cinquantina di km dal traguardo per recuperare secondi su Jan Hirt, 11esimo della generale. Sembra un po’ presto per fare questi discorsi a 9 tappe dalla conclusione.