Il capolavoro compiuto dal Bologna in questa stagione ha diversi protagonisti, su tutti Thiago Motta e Zirkzee, passando per l’ora infortunato Ferguson, Calafiori e Orsolini. Allontanandoci per un attimo dal campo però, la figura che costruito questa squadra è il responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori, vero demiurgo dei rossoblù, che in meno di due anni ha costruito una squadra da Champions League partendo da zero o quasi. Sartori non è nuovo a queste imprese, dal momento che nella sua più che trentennale carriera è stato uno degli artefici anche del cosiddetto Miracolo Chievo e della dimensione europea ormai raggiunta e consolidata dall’Atalanta. Fondamentale è anche la sua lungimiranza a livello di allenatori, che lo hanno portato creare binomi vincenti in coppia con Malesani prima e Delneri poi al Chievo, con Gasperini all’Atalanta e ora con Thiago Motta a Bologna.
Dopo un’onesta carriera da calciatore in cui ha toccato anche la Serie A con il Milan, l’avventura da dirigente di Sartori comincia nel 1992, quando il 23enne nuovo presidente ereditario del Chievo Luca Campedelli lo promuove da vice allenatore a direttore sportivo. La stagione successiva i gialloblù vincono il proprio girone di Serie C1 e vengono promossi in Serie B per la prima volta nella loro storia. Passano altre sette stagione, tutte con salvezza raggiunta in maniera più o meno tranquilla, e i clivensi centrano una storica promozione in Serie A nel 2000/01. Da qui in poi è un crescendo di risultati per il Chievo, che alla prima stagione in A chiude al quinto posto e si qualifica in Coppa Uefa, percorso che ripeterà anche quattro anni più tardi arrivando fino al terzo turno preliminare di Champions League. E a plasmare questa impresa c’è proprio Giovanni Sartori, che nel corso degli anni scova e lancia giovani talenti come Barzagli, Perrotta, Legrottaglie e Amauri, tutti rivenduti a peso d’oro a big del calcio italiano, rivitalizzando anche giocatori come Corradi Corini e Marchegiani.
Terminata nel 2014, dopo oltre vent’anni, l’esperienza con il Chievo, Sartori passa all’Atalanta. In soli 6 anni riesce a trasformare la società orobica in una realtà affermata in Italia e anche in Europa, partendo anche questa volta dalle macerie, con i nerazzurri che spesso e volentieri lottavano per la salvezza. A Bergamo punta sul vivaio, che sforna giocatori come Bastoni, Caldara, Gagliardini e Kessie, a cui unisce alcune intuizioni come Malinovskyi, Hateboer, Romero, Cristante, De Roon e Gosens, sempre lavorando con budget ridotti e mantenendosi con le ricche plusvalenze. L’Atalanta mette per la prima volta nel mirino l’Europa e una volta raggiunta non si ferma più, collezionando qualificazioni in Europa League prima e Champions League poi. Al termine della stagione 2021/22 annuncia l’addio alla società orobica, e pochi giorni dopo riceve la chiamata di Saputo.
Alla guida dell’area sportiva della società felsinea dal giugno 2022, Giovanni Sartori ha preso la squadra reduce da un 13esimo posto in campionato con 46 punti, dando subito il suo imprinting tramite alcuni acquisti mirati. A settembre viene ingaggiato Thiago Motta al posto del compianto Sinisa Mihajlovic, esonerato dopo 6 punti in 6 partite. Questo è il primo vero mattoncino dell’impresa compiuta dal Bologna, perché con l’allenatore ex Spezia vengono gettate le basi tecnico del progetto. Dal mercato arrivano pedine fondamentali come Cambiaso in prestito e poi Lykogiannis, Ferguson, Lucumí, Posch, Moro e soprattutto Zirkzee. Sartori si comporta bene anche in uscita, realizzando ricche plusvalenza con le cessioni di Theate, Hickey e Svanberg. L’anno successivo, cioè nella stagione in corso, si ripete finanziando il mercato anche tramite le cessioni di Dominguez e Arnautovic, puntando su Calafiori, Fabbian, Beukema, Kristiansen, Freuler, El Azzouzi, Saelemaekers, Karlsson e Ndoye, tutti profili scovati grazie al lungo lavoro di scouting e in accordo con le idee tattiche dell’allenatore. Il risultato si è rivelato vincente, come dimostrano i risultati ottenuti, confermando come Sartori sia uno dei migliori uomini di calcio presenti in Italia, e a Bologna tutti se lo tengono stretto per continuare a sognare.