Willie Kirk, ex tecnico del Leicester, ha rilasciato un’intervista al Daily Mail per commentare la vicenda che ha portato al suo esonero, ovvero la relazione con una calciatrice: “La gente dice che sono una brutta persona, un pessimo allenatore e un cattivo marito, perciò voglio chiarire alcune cose. Innanzitutto io e mie moglie siamo separati da oltre un anno. Una sera una giocatrice mi ha chiamato per esprimere i suoi sentimenti per me; io però ho pensato che fosse ridicolo perché c’è un codice di condotta. Nei mesi successivi ci sono stati altri approcci, ma tutto è cambiato quando si è infortunata. Non potendo giocare non avrebbe influenzato le mie scelte, quindi abbiamo iniziato a conoscerci. Ovviamente si trattava di un mio tentativo di giustificare la cosa. E così, pur sapendo che era sbagliato, abbiamo iniziato a frequentarci in segreto“.
Kirk ha poi raccontato: “Durante una sosta Nazionali abbiamo deciso di trascorrere alcuni giorni a Milano insieme. Abbiamo preso voli separati e in giorni diversi, ma al ritorno ci siamo detti di aver rischiato troppo. Così le ho detto che la relazione doveva finire entro fine anno altrimenti avrei lasciato il club. Pochi giorni dopo è successo il finimondo. Mi hanno chiamato per dirmi che lei mi aveva denunciato e che sarebbe stata avviata un’indagine. Quando ho ammesso ciò che era accaduto mi sono sentito come un criminale“.
“È stato frustrante. Odiavo me stesso. Odiavo il club. Ho avuto momenti in cui mi sentivo in colpa perché sembrava che il messaggio potesse essere “Vai a letto con l’allenatore e lui ti inserirà nella formazione titolare – ha proseguito il tecnico – Ho messo in pericolo un ambiente e questo è un grosso problema, ma non ho commesso alcun crimine. Adesso nessuno vuole avere a che fare nulla con me“.
Infine, Kirk ha concluso: “Mi pento della decisione che ho preso. Mi dispiace però che un errore commesso abbia distrutto una reputazione che ho costruito in 14 anni. Non voglio allontanarmi dal calcio femminile dopo tutto quello che ho dato: ho contribuito a far crescere il gioco e a sviluppare molte giocatrici. Spero che qualcuno sia ancora disposto a vedere il buono in me“.