Solitamente il nome che si associa al dominio della Red Bull nelle ultime stagioni di Formula 1 è quello di Max Verstappen, che ha scritto record su record ed ha tirato fuori il meglio dalla monoposto che il team gli ha messo a disposizione. Eppure se l’olandese ha potuto ottenere determinati risultati, il merito è in gran parte di Adrian Newey, un ingegnere che ha fatto la storia della F1. Inglese, classe 1958, ha iniziato la sua carriera nel mondo dei motori negli anni 80, ottenendo i primi risultati con la Williams e con la McLaren (6 titoli costruttori) per poi consacrarsi con il team di Milton Keynes. Il bilancio è di altri 7 Mondiali costruttori e un totale di 13 Mondiali piloti (oltre a Vettel e Verstappen, aveva già trionfato in passato al fianco di Mansell, Prost, Hill e Hakkinen).
Se da un lato Verstappen è stato un fuoriclasse in pista, dall’altro Newey gli ha progettato una macchina perfetta, fatta su misura per lui. Un ingegnere unico nel suo genere che è sempre stato al passo con i tempi (se non addirittura avanti), sapendo rinnovarsi e ribadendo che il successo di un team di F1 è frutto del lavoro di tutti, non solo dei piloti. Corteggiato da tante scuderie rivali negli anni, è sempre rimasto fedele alla Red Bull fino a quando ha sentito il bisogno di “nuove sfide“, accordando la risoluzione del contratto con un anno di anticipo. Ormai da tempo sono insistenti le voci di un suo passaggio in Ferrari, magari per lavorare al fianco di Hamilton, ma al momento si tratta solo di ipotesi. Ciò che è certo è che la Red Bull saluta uno degli ingegneri migliori di sempre… e chissà che la lotta per il titolo non possa infiammarsi nei prossimi anni.