Una notte amara, che fa male, con un verdetto che farà discutere. Ma anche una notte di grande boxe da parte di un gigante italiano che può tornare nel suo paese con un bagaglio di esperienza e autostima. Guido Vianello fa il match perfetto sul ring di Corpus Christi in Texas, ma perde per split decision contro il nigeriano Efe Ajagba, numero 4 al mondo WBC, che difende la cintura silver in un incontro chiuso tra gli applausi del pubblico per il peso massimo italiano. Nella serata – targata Top Rank – più importante della carriera, il romano dimostra di aver preparato alla perfezione un match che sulla carta sembrava proibitivo, confermando quei miglioramenti e quella fiducia che trasparivano dalle sue parole degli ultimi giorni. Non è bastato al termine dei 10 round. Un giudice assegna un 96-94 a Vianello, ma gli altri due premiano Ajagba. E non tutti sugli spalti sembrano gradire.
Il nativo di Ughelli usa più jab, portandone 93 contro i 59 dell’italiano. Il resto però lo fa meglio Guido che tra diretti, ganci e montanti arriva a 118 colpi a segno, a fronte dei 93 del nigeriano. I due si conoscevano: in passato hanno fatto sparring insieme e nel 2016 parteciparono alle Olimpiadi di Rio 2016, dove si fermarono entrambi agli ottavi di finale. La ripresa inaugurale sembra interlocutoria, ma è un destro duro di Vianello a regalare il primo boato al pubblico. Nel secondo round c’è il primo, grande rimpianto. Vianello arriva a segno con un gancio destro, Ajagba è scosso, ha le gambe molli e indietreggia, ma il romano, dopo un destro-sinistro, perde forse l’equilibrio e manca quello che sarebbe probabilmente stato il colpo risolutore. Dopo l’intervento dell’arbitro, Guido continua l’azione, ma la campana salva il detentore della cintura. Dopo una terza ripresa equilibrata, Ajagba rialza la testa e si aggiudica la quarta con più varietà di colpi (soprattutto con un montante a segno). L’equilibrio regna sovrano nelle riprese successive. Vianello si aggiudica sicuramente il quinto round, ma anche il sesto sembra sorridergli. Nel finale, Ajagba prova a cambiare la guardia rispetto alla posizione ortodossa abituale, ma non riesce a surclassare Guido, che anzi chiude meglio vincendo l’ultima ripresa. Non basta. E i rimpianti, per quel secondo round, sono tanti, al pari dell’orgoglio di aver tenuto testa (e forse qualcosa in più) ad un top 10 del ranking.