Champions League

Altro sport a Madrid: Real-City 3-3 show nella 200esima panchina Champions di Ancelotti

Carlo Ancelotti Real Madrid
Carlo Ancelotti - Foto pressinphoto / IPA

La 200esima panchina di Carlo Ancelotti in Champions League coincide con una delle partite più belle degli ultimi dieci anni. Al Bernabeu, nell’andata dei quarti di finale, Real Madrid e Manchester City sfoggiano i pezzi forti della casa e chiudono la partita sul 3-3 dopo le giocate e i gol di qualche aspirante Pallone d’oro: Bernardo Silva apre, Ruben Dias devia in rete un tiro di Camavinga, prima del 2-1 di Rodrygo sul primo di due assist di Vinicius. Poi nella ripresa si scatenano Foden e Gvardiol, seguiti dal solito Valverde. E sull’altro campo è equilibrio anche tra Arsenal e Bayern Monaco con un 2-2 all’Emirates Stadium che lascia tutto aperto in vista della gara di ritorno in Germania.

Essere il Real Madrid in Champions League significa sentirsi a casa anche nei momenti più difficili e scomodi. Il problema è che il City di Guardiola, dopo aver vinto il trofeo più ambito l’anno scorso, sembra essersi sbloccato e sembra aver acquisito quella stessa ferocia dei blancos negli appuntamenti più importanti. Lo spettacolare 3-3 del primo round è quindi una sintesi fedele di quella che è a tutti gli effetti, nonostante Ancelotti abbia bocciato la definizione, una finale anticipata. Al Bernabeu, dopo due minuti, la situazione è la seguente: Tchouameni, adattato al centro della difesa per l’assenza di Alaba, rimedia un cartellino giallo da diffidato e deve giocare novanta minuti con il fardello di un’ammonizione pesantissima, sapendo di non poter giocare il ritorno. In più, come se non bastasse, Bernardo Silva inventa subito dopo un calcio di punizione da favola, che sorprende Lunin ma non chi ricorda il gol di Fabio Aurelio in Chelsea-Liverpool. Però, di fronte c’è il Real Madrid. Che in queste situazioni non demorde, ma si esalta. Spesso anche con un pizzico di fortuna, come al 12′ quando Camavinga converge tra le linee e lascia partire un mancino che con la deviazione di Ruben Dias non lascia scampo all’altro secondo portiere (Ederson è recuperato ma con pochi allenamenti nelle gambe) Ortega. Due minuti dopo altro gol. Con un’altra deviazione. Vinicius si inventa un filtrante perfetto per Rodrygo che scappa via, ma frena sul rientro di Akanji, per poi calciare e trovare il tocco del centrale che trasforma la conclusione in un tiro da biliardo beffardo per l’estremo difensore.

All’intervallo si va con il City sul 62% del possesso palla. Al 56′ però è sempre il Real a sfiorare la rete. Rodrygo alza la testa e premia l’inserimento di Vinicius, che col sinistro non trova la porta. Assente ingiustificato per mezz’ora è Phil Foden che in un 2024 da protagonista assoluto era l’uomo più atteso. A giocatori così, tra i favoriti per il Pallone d’oro, però basta un pallone, nella zolla giusta, che nel caso del classe 2000 è la zona sul limite dell’area leggermente spostata a destra. Lo stesso gol segnato al Manchester United, Foden lo realizza al Real: tiro col mancino e palla all’incrocio. L’episodio sblocca il City, che trova il vantaggio con un giocatore in dubbio fino alla vigilia. Gvardiol, servito da Grealish, sfoggia un destro a giro che non lascia scampo a Lunin. Ancelotti ricorre ai cambi: dentro Brahim Diaz e Modric. A sistemare le cose però è Valverde. L’assist, ancora una volta è di Vinicius, ma stavolta fa tutto l’uruguaiano con un destro al volo che lascia immobile Ortega. Il risultato non cambia più, anche perché l’unico bocciato di lusso è Erling Haaland, ingabbiato da uno strepitoso Rudiger.

Pareggio anche a Londra tra l’Arsenal e il Bayern, con i tedeschi che hanno rifilato tre 5-1 agli inglesi negli ultimi dieci anni. Stavolta le forze in campo sono ben diverse e al 12′ sono i Gunners a passare in vantaggio. Bukayo Saka riceve in area e con un sinistro a giro supera Neuer. Le ultime speranze di chiudere la stagione con un trofeo in casa Bayern sono affidate alla Champions. E la squadra di Tuchel riesce a rimontare prima del duplice fischio, sfruttando le sbavature della squadra di casa. L’indecisione tra Gabriel e Kiwior premia Sane, che sceglie l’imbucata per Goretzka, lucido nel servire il taglio di Gnabry che in spaccata batte Raya. L’Arsenal subisce il contraccolpo psicologico di un gol regalato al punto da regalarne un altro al 32′. Saliba stende Sane in area e l’arbitro non può fare altro che indicare il dischetto. Dagli undici metri si presenta l’ex Tottenham Harry Kane che dagli undici metri, sotto i fischi del clima derby del nord di Londra, non sbaglia. L’Arsenal però nella ripresa pareggia. Al 76′ una buona fetta di gol è di Gabriel Jesus che slalomeggia in area e apparecchia un assist perfetto per il destro in rete di Trossard per il definitivo 2-2.

 

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