Champions League

La minaccia dell’Isis, la disputa sullo spirito blaugrana, il 6-1 di sette anni fa: Psg-Barcellona ad alta tensione

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Psg - Foto Bagu Blanco / pressinphoto / Sipa USA

Ci sono tante partite dentro una partita, e questo può capitare anche per un Sassuolo-Verona del nostro campionato, figurarsi per un Psg-Barcellona nei quarti di finale di Champions League. E nello scontro semi-stellare tra due big che per tutti sono in realtà delle outsider persino forse in ottica semifinale, e una delle due ci arriverà, c’è dentro di tutto. C’è la minaccia dell’Isis che ha fatto alzare il livello di allarme e il monitoraggio delle autorità francesi, c’è la disputa delle ultimissime ore su chi incarna meglio lo spirito blaugrana tra Xavi, l’attuale allenatore dei catalani che saluterà però per sua decisione – e spera di farlo con un trofeo che allo stato attuale è poco più di un sogno – e Luis Enrique, che ora allena i parigini ma che nel 2015, e la Juventus lo sa bene, conquistò il triplete alla guida del Barça. Quest’ultimo rivendica lo status, il suo ex giocatore e capitano smorza la surreale polemica. Infine, restando ai macro-temi, c’è una delle partite forse più iconiche della storia della Champions, che seguì di tre settimane un’altra partita iconica. Il 4-0 del Parco dei Principi inflitto dal Psg al Barcellona, infatti, era già entrato nell’immaginario collettivo, peccato che al ritorno entrò nella storia dalla parte sbagliata, visto che quel 6-1 se lo ricorda chiunque e quella rimonta fu clamorosa e ancora oggi emblema di quanto bello e crudele sia il calcio. La vendetta è già arrivata nel 2021, sempre agli ottavi, con un netto 5-2 complessivo per il Psg, e in generale i precedenti di questa grande classica della Champions sono in perfetta parità: 4 vittorie da una parte, 4 dall’altra, 4 pareggi.

E allora, restano i temi di campo: da una parte c’è la voglia di vincere la prima Champions e mettere fine ad anni di dominio in Ligue 1 grazie ai petroldollari, quantomeno estendendo il predominio anche all’Europa, dall’altra c’è la storia di questa competizione, soprattutto dell’ultimo ventennio in cui sono arrivati trionfi, finali, prima del lento declino degli anni recenti, tra crisi economica e tecnica, e un nuovo ribaltone in panchina a fine anno. Insomma, due big che per un motivo o per un altro non godono della considerazione che, per esempio, viene accreditata a Real Madrid e Manchester City. Eppure una di queste saluterà ai quarti e una tra parigini e catalani volerà in semifinale. E da lì in avanti, nulla è precluso. Non ci sono favorite: Mbappé è in grado di spostare gli equilibri, forse più di Lewandowski, ma entrambi senza una prestazione di squadra non possono far nulla. I francesi hanno più primedonne ma anche fisicità, la tecnica e la gioventù blaugrana può sparigliare le carte. 50-50, il pronostico è davvero impossibile: e non si può nemmeno affermare che una larga vittoria all’andata potrà ipotecare il passaggio del turno…

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