Aurelio De Laurentiis, intervistato da Radio24, riesce a far discutere con le sue dichiarazioni anche dagli Stati Uniti. Il patron del Napoli, parlando del momento dei suoi, si è detto “incantato” dal gol di Mertens contro la Lazio e sullo Scudetto, che quest’anno sembrerebbe davvero alla portata degli uomini di Sarri, si è limitato a ricordare di avere “una teca piena di corni.”
Ma è sulla questione della riforma della Serie A che De Laurentiis si è sbilanciato maggiormente. La sua idea è sempre quella di un campionato a 16 squadre: “Modificherei il numero di squadre, con una sola retrocessione. Saremmo tutti più competitivi e contenti, ne ho parlato spesso con Tavecchio secondo cui siamo noi della Serie A che dobbiamo imporci. Il problema è che lui pensa alla sua poltrona, quindi ci sente e non ci sente: ma allora lui che ci sta a fare?”
Ce n’è anche per Infront, l’azienda che si occupa dei diritti televisivi e secondo la quale il campionato a 20 squadre porta maggiori introiti. “E’ una bugia – attacca De Laurentiis – che va bene alle piccole società ma non a quelle che vogliono una Serie A competitiva. Per renderla tale servono i grossi calciatori, in estate è stato fatto un mercato con tantissimi soldi. Bisogna saper vendere bene il nostro calcio, che rispetto ad altri in Europa è molto indietro.”
In particolare l’invettiva del presidente del Napoli ha come oggetto Luigi De Siervo, amministratore delegato di Infront Italy. “Bisogna prendere esempio dagli spagnoli, che vendono all’estero il loro calcio per 700 milioni. Non capisco perchè noi ci dobbiamo accontentare di 300 o 400 milioni. Se De Siervo non è capace ha sbagliato casa, perchè accontenta solo i piccoli club: serve qualcuno insieme a lui a fare le trattative, d’altronde quando era in Rai non vendeva molto. Non possiamo accontentarci perchè noi abbiamo Juventus, Napoli, Milan, Inter, Roma, Lazio e Fiorentina mentre in Spagna hanno Real, Atletico e Barcellona.”