Il Diavolo passa all’Eden Arena e per il Milan è tutto facile anche al ritorno con lo stesso copione dell’andata: primo quarto d’ora in cui bisogna stringere i denti, poi lo Slavia Praga resta in dieci dopo venti minuti, quindi si scatenano gli attaccanti e vanno in gol Pulisic, momento strepitoso per lui, Loftus-Cheek e c’è gloria anche per un super Rafa Leao, in una delle sue serate migliori. Dietro, a differenza di sette giorni fa, si rischia poco, pochissimo, complice un ambiente depresso per una situazione precipitata già nel primo tempo, e non fa testo il gol subito nel finale da Jurasek a Sportiello. Già, perché dalla Repubblica Ceca non si torna con sole buone notizie per Pioli: Maignan si è fatto male alla gamba dopo pochissimi minuti, ha provato a restare in campo, ha alzato poi bandiera bianca. Per fortuna, il ginocchio non sembra essere interessato come si era tenuto in un primo momento, ma lo stop potrebbe scavallare la pausa per le nazionali. Invece, un’assenza certa per i quarti di andata (domani il sorteggio alle 13, tante rivali pericolosissime e possibile derby italiano) sarà quella di Fikayo Tomori, appena tornato dall’infortunio ma squalificato perché già diffidato.
Questo ritorno per i ragazzi di Pioli sembra una sorta di remake dell’andata, perché se all’andata Diouf viene cacciato per un brutto intervento su Pulisic, stasera Holes si fa cacciare, complice anche il Var, per un’entrata davvero pericolosa su Calabria. Il vantaggio arriva al 35′: gran giocata di Leao (che in precedenza aveva cestinato una grande occasione) e Pulisic è perfetto. L’1-0 fa crollare definitivamente le già scarse speranze dello Slavia: prima dell’intervallo, Leao trova un altro assist, stavolta per il comodo tap-in di Loftus-Cheek, quindi lo stesso portoghese si mette in proprio e col tiro a giro firma il tris. Partita in ghiaccio, anche se nel secondo tempo succede qualcosa: partita interrotta da Nyberg per il lancio di bicchieri e birra dagli spalti, Adli è la vittima principale, poi Leao si ribella alla situazione e serve l’annuncio dello speaker. Non basta, perché anche Theo verrà poi bersagliato. Ma cambia poco o nulla: l’obiettivo era passare il turno e il Milan ora vede Dublino in lontananza.