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ESCLUSIVA – Antonella Palmisano: “Portabandiera? Sarebbe la ciliegina. A Parigi la nazionale più forte di sempre”

Antonella Palmisano

Vincere è difficile, riconfermarsi ancor di più. Fortunatamente, ad Antonella Palmisano le sfide piacciono e anche tanto. Dallo straordinario oro nella 20 km di marcia a Tokyo al sogno di uno storico bis a Parigi, passando per un bronzo nell’ultimo Mondiale di Budapest: l’atleta pugliese, classe 1991, è sempre nel lotto delle favorite nelle gare importanti quando è presente. Il tutto nonostante un problema al nervo sciatico che si trascina da un paio d’anni e dopo un’operazione all’anca sostenuta una volta archiviata l’ultima Olimpiade. “A quanto pare è un qualcosa che dovrà accompagnarmi per tutto l’anno: dubito che mi passi, devo continuare a gestirlo. Ci sono dei periodi in cui mi butta giù e altri in cui riesco a conviverci”, assicura comunque la campionessa di Mottola (Taranto) in un’intervista esclusiva a Sportface.it. “A livello di allenamenti, comunque, va meglio dell’anno scorso nello stesso periodo: abbiamo messo in cascina tanti chilometri. Il problema alla gamba, purtroppo, è sempre presente. Pensavamo, finito il Mondiale di Budapest e provando a portare dei nuovi equilibri, di aver trovato una soluzione perché fino a un mese fa non si era ripresentato: mi ero un po’ illusa che stesse andando per il verso giusto”.

L’azzurra, c’è da starne certi, darà tutto per essere ai nastri di partenza di Parigi al massimo della condizione fisica possibile per godersi la sua terza Olimpiade di una straordinaria carriera. “La prima a Rio l’ho vissuta con l’entusiasmo dell’esordio, del sogno che si realizza – ricorda –  Quando si è alla terza si ha più consapevolezza, si lavora ogni giorno con l’obiettivo finale Olimpiade ma con una visione diversa, più ‘da grande’. Quello che cambia, questa volta, è che ci arriverò da oro in carica: l’asticella quindi è molto alta”.

Palmisano sa esaltarsi e trascinare una nazione intera nelle proprie gare, un legame indissolubile con la propria patria. “Un flash di Tokyo? La bandiera, la sensazione di averla messa al collo nella gara più importante. Ma è così da sempre: nel 2017, in Coppa Europa, ho ‘sacrificato’ la possibilità di siglare il mio personale per tornare indietro a raccogliere il tricolore che mi era cascato. Vincere sentendosi addosso la nazione ti dà dei brividi incredibili”. Per questo e per i suoi enormi meriti sportivi, Antonella è quindi una seria candidata del lotto delle probabili portabandiera della cerimonia d’apertura francese. “Sarebbe la ciliegina sulla torta per una carriera spesa alla marcia – le sue parole su questa ipotesi – Sarebbe una soddisfazione perché negli ultimi dieci anni in cui ho attaccato il pettorale c’è sempre stata una medaglia: per me sarebbe un premio, se dovesse arrivare sarei l’atleta più felice al mondo”.

Per il nuovo ciclo olimpico, Palmisano ha deciso di effettuare dei cambiamenti importanti all’interno del suo team. Dopo il lungo e fruttuoso percorso con Parcesepe, Antonella è seguita adesso dal marito e marciatore Lorenzo Dessi. “Un allenatore ancora ‘acerbo’ con atleti di livelli assoluti ma in lui vedo motivazione e grinta nell’affrontare un anno così cruciale: se un coach riesce a trasmetterlo, è un plus importante. Una nuova combo, anche se a volte difficile da conciliare con la vita privata. Qualche battibecco ancora adesso c’è, ma siamo stati bravi e stiamo riuscendo a distinguere per bene i ruoli. In un clima nuovo per me è entusiasmante lavorare, a differenza del periodo in cui vedevo solo nero con gli infortuni”. Lo staff che lavora a stretto contatto con l’olimpionica è completato anche dal fisioterapista Cristian Bruno e dalla figura di Atoll Lau per la parte di palestra e mobilità. “Inoltre, ci tengo a ringraziare le Fiamme Gialle, il mio gruppo sportivo di appartenenza – sottolinea – pur cambiando qualcosa nel mio team, sono sempre qui con loro da tantissimo tempo e grazie a loro posso essere un’atleta professionista”.

Non solo, la marciatrice rimarca anche l’importanza della figura di un mental coach. “Il mio è Tony Boccardi, prima di Tokyo ero affiancata da uno psicologo. Ma in situazioni in cui senti di perdere la lucidità, come a 40 giorni dall’Olimpiade in cui non riuscivo più a marciare, entra il gioco il saper chiedere aiuto. La mattina della gara lo chiamai: di notte non avevo dormito e di solito non fa bene, ma mi sentivo una sensazione dentro di un qualcosa di bello. Era il giorno del mio compleanno, volevo un lieto fine. Sentivo che sarebbe potuta arrivare una medaglia, ma quando sei lì che fai, non te lo giochi l’oro? – sorride Antonella, che poi prosegue – È servito tantissimo, per quanto un atleta possa essere bravo ci saranno sempre dei momenti di buio: così non ti senti più solo. A oggi continuo a portare avanti questo percorso perché purtroppo continuo ad avere un problema alla gamba.  Ti ritrovi ad accettare il fatto di svegliarsi una mattina e chiederti ‘perché proprio a me?’, invece così ne parli in maniera differente, altrimenti non se ne esce”.

La campionessa italiana fissa le priorità verso Parigi. “A giugno ci sarà l’Europeo di Roma, in casa, non era mai successo in un anno olimpico. Prima, a maggio, la Coppa del Mondo dove proveremo la staffetta. Una delle novità del programma a cinque cerchi francese, dove l’Italia può giocarsi una carta in più da medaglia grazie ai due ori ‘made in Puglia’ Palmisano-Stano. “In realtà la nostra terra, pur dandoci grande serenità quando ci torniamo, da piccoli non ci ha offerto tanto. È quello che ti dà la fame di aggiungere qualcosa nella tua vita. Ancora oggi mi chiedo il motivo per cui io non abbia avuto la possibilità di provare altri sport. Il nuovo format, comunque, come ogni novità è intrigante: il fatto di provarla ma non essere in piena forma per capire quali sono le reali sensazioni mi lascia un po’ perplessa ma vogliosa di provarci. Ci si può comunque giocare qualcosa di importante”. Per di più, con un compagno di squadra e grande amico come Stano, presente al suo matrimonio e protagonista di uno splendido scatto su una pista d’atletica nel movimento della marcia assieme agli sposi: “E’ stata una mia idea, volevo immortalare quel momento così un giorno ci ricorderemo che siamo stati atleti”, svela Antonella.

Eppure, nell’atletica sembra essere scoccata una scintilla grazie anche agli incredibili risultati di Tokyo. “Da quell’agosto qualcosa è cambiato. Abbiamo trascinato tutta la squadra, soprattutto i più giovani, nel credere che vincere una medaglia olimpica non è impensabile. Da ‘capitana’ al femminile della nazionale ne sono orgogliosa: pur in piccola parte, ognuno di noi ha portato quel di più per rafforzare gli stimoli. I ragazzi non hanno più paura di mettere un pettorale e pensare ‘speriamo di qualificarci in una semifinale’, ma credono alla possibilità di arrivare in fondo – spiega – A Parigi con la nazionale più forte di sempre? Credo di sì, i risultati lo hanno dimostrato anche ai Mondiali di Glasgow”.

Un esempio non solo per i suoi ‘colleghi’, Palmisano – tra le atlete più seguite d’Italia – spesso dedica del tempo ai propri fan sui social. “E dire che non penso di essere così brava… Però mi rendo che per quella piccola cerchia di followers che ho ‘fidelizzato’ anche una risposta può fare la differenza e che abbiamo la possibilità di veicolare messaggi importanti”. Nel risicato tempo libero, Antonella coltiva la passione per l’arredamento (“Di recente ho aiutato Andrea Agrusti, anche lui marciatore, con la sua nuova casa”) ma l’essenza delle sue giornate rimane lo sport. “Los Angeles 2028? Lontana, ma dubito di esserci da atleta… Magari in altre vesti sì, vorrei sicuramente rimanere in questo mondo e dare il mio contributo per cambiarlo per il meglio”.

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