Ai microfoni di TNT Sports Brasil, Danilo parla del ruolo da capitano che ricopre tra le file della Juventus: “È motivo di grande orgoglio, ha a che fare con la mia esperienza in altri campionati e Paesi, con il mio modo di comunicare con i compagni, con gli arbitri e con l’universo Juventus. Il fatto che la decisione dell’allenatore sia stata accettata così bene, soprattutto dai miei compagni di squadra, mi riempie di orgoglio. Sono fiero che anche i tifosi italiani, che difendono la loro bandiera e la loro cultura, spesso mi salutano e mi ringraziano per difendere sempre la Juventus e i suoi colori. Mi sento parte del club, della città e delle sue tradizioni“. Parla poi di Gatti, compagno di squadra che ha deciso di vivere in una zona meno residenziale della città: “Mi ricordo che era più o meno da tre mesi che stava cercando casa, poi un giorno gli chiesi: ‘Gatti, ma hai trovato una casa?’. E lui mi rispose: ‘Ne ho trovata una vicino all’aeroporto’. Subito pensai che non fosse un posto dove di solito alloggiano i calciatori della Juventus, che preferiscono più il centro città o la collina, posti migliori diciamo. ‘Ti piace, ti trovi bene?’. E lui mi disse: ‘Dani, è quello che mi conveniva di più in questo momento’“.
Partendo da lì, ha aggiunto: “Gatti è un ragazzo che mi piace molto, ho un grande affetto per lui e abbiamo un bel rapporto. A volte si pensa che si impari di più dai calciatori con più titoli, con più esperienza e con una carriera incredibile, ma poi arriva un ragazzo dalle categorie dilettanti, che ha fatto tanta gavetta, che ha lavorato al mercato e mi ha dato questo insegnamento. Ha pensato alla sua stabilità e a quello che più gli conveniva in quel momento, ed aveva ragione“. Sulla scelta del campionato di investire più sui giovani negli ultimi anni: “La Juventus sta seguendo la stessa linea ed è molto impegnata nella sostenibilità finanziaria. In altre parole, sta pensando a lungo termine. Questo è l’anno zero, un nuovo inizio, in cui vogliamo tornare in Champions League e tornare ad essere rispettati in tutto il mondo del calcio. E, naturalmente, lottare per il titolo e per la Coppa Italia fino alla fine”. Infine su Pep Guardiola, suo allenatore al Manchester City: “La sua intelligenza e il modo in cui pensa al calcio aiuta a indottrinare i giocatori. Fa in modo che il 95% dei giocatori della squadra la pensi allo stesso modo. È una persona che studia molto e che ci tiene alla cura dei dettagli, fa in modo che tutti credano in lui. Ogni riunione che abbiamo avuto nella sala cinema del Manchester City è stata, come l’abbiamo definita io e Fernandinho, una lezione universitaria di calcio”.