Era il 1982 e un tifoso noto come Kiricocho cambiò il modo di relazionarsi con la scaramanzia nel calcio. Il suo nome è legato da tempo al portasfortuna per eccellenza, tant’è che, narra la leggenda, Carlos Bilardo decise di mandare Kiricocho a seguire tutte le squadre avversarie prima di una partita. Verità o folclore, non è bene saperlo. Però il termine è entrato nell’immaginario collettivo e sono ormai tanti i calciatori che pronunciano il nome del tifoso prima di un momento decisivo del match, in genere un calcio di rigore. L’ultimo è stato Lautaro Martinez e l’anatema ha funzionato: nel recupero di Inter-Verona, infatti, Henry ha sbagliato il penalty del pareggio. Un altro precedente storico è quello di Giorgio Chiellini in occasione della finale di Euro 2020 al momento del rigore di Saka, ma anche Yassine Bounou agli ottavi di finale di Champions League 2020-2021 nei confronti del calciatore Erling Haaland. Un curioso episodio anche nella finale del Mondiale 2010 Spagna-Olanda, stavolta a gara in corso: Robben punta Casillas, Capdevila pronuncia la parola magica e il portiere ha la meglio. “Non so perché, non so se fosse un’intuizione, ma la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella parola e non l’avevo mai usata nella mia vita. vita giocando a calcio”, rivelò in seguito il difensore.