In occasione della serata benefica ‘My name is Luca’, in ricordo di Gianluca Vialli, scomparso un anno fa, Giuseppe Bergomi racconta un aneddoto sull’amico: “Un aneddoto che mi lega a Gianluca tantissimo è che lui per poco non è diventato allenatore della Nazionale, mi aveva chiamato per andare a prenderlo in segreto all’aeroporto di Malpensa perché mi doveva parlare, ‘sarai il mio secondo’ mi disse al ristorante, poi dopo non se n’è fatto niente. Ce l’hanno portato via troppo presto, in queste occasioni mi piace sottolineare più le doti umane di Gianluca, che si sono modificate nel tempo, da ragazzo abbiamo giocato un Mondiale nel 1986, un Europeo nel 1988, il Mondiale del 1990 insieme, ma dopo è cresciuto nella vita lavorativa oltre il calcio, la sensibilità di Luca era incredibile, nel periodo della malattia è cresciuto ancora tantissimo e ci ha lasciato tanto, dalla semplicità alla goliardia, ci ha lasciato un vuoto incredibile. In campo con la nazionale era uno spasso, era divertente, ma è sempre stato un perfezionista, voleva sempre fare allenamento prima di entrare in campo, dopo l’allenamento ci mettevamo a fare gli addominali, trascinava anche me nonostante fossi più grande di lui, aveva voglia sempre di migliorarsi. È una bellissima serata pensata da vincente come la pensava sempre Vialli, una sala piena a Genova con tanti amici e persone che hanno voglia di ricordare Gianluca con un sorriso sulle labbra, come lui avrebbe voluto, nella città di Genova a cui ha dato moltissimo”.
Bergomi su Vialli: “Per poco non è diventato allenatore della Nazionale”
Gianluca Vialli - Foto Stephen McCarthy / RISE / Sportsfile via CC 2.0