Serie A

Il Napoli non c’è più: -20 a fine girone d’andata e nono posto in classifica. E adesso che succede?

Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis - Foto LiveMedia/Alberto Gardin

Notte fonda a Napoli. Senza uno spiraglio di luce, una bussola a cui appigliarsi. Il Napoli campione d’Italia non c’è più, non solo: non c’è più neanche una squadra degna di essere chiamata tale. Zero identità, zero sussulti, solo nervosismo ed espulsioni. Neanche inque mesi fa i partenopei si apprestavano a cominciare il campionato con un entusiasmo a mille, con le emozioni indelebili di un festeggiamento durato mesi. Assaporato lentamente come le cose più belle della vita. Nessuno si sarebbe mai aspettato un tracollo così verticale, una parabola discendente come la peggior meteora.

Eppure questo Napoli è tracollato. A venti punti dalla vetta dopo diciannove giornate, nono posto in classifica con soli 28 punti conquistati. Due allenatori, giocatori cambiati e una situazione che adesso sta diventando insostenibile: i tifosi presenti a Torino hanno contestato apertamente giocatori e società. Per salvare questa stagione quantomeno i partenopei devono agguantare il posto in Champions League, provare a vincere la Supercoppa e cercare di fare una bella partita contro il Barcellona.

Il tutto con Walter Mazzarri in panchina? A questo punto ogni scenario è aperto, anche l’incredibile ritorno in panchina di Rudi Garcia che di certo non aveva questi numeri disastrosi in panchina. Esonerare Mazzarri adesso vorrebbe dire prendere un traghettatore, una figura alla Fabio Cannavaro. Ma adesso è il momento della verità: “La colpa è solamente mia”, aveva detto De Laurentiis dopo Napoli-Monza. Ma adesso urge la bacchetta magica per uscire da un vortice negativo di cui non si vede soluzione. Da campioni d’Italia a meteora: la triste parabola del Napoli.

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