Il Napoli si affaccia al 2024 con una buona e una cattiva notizia. La classifica corta nei piani alti lascia ancora speranze nella corsa Champions League. Ma il rendimento in questa prima parte di stagione, in relazione ai precedenti storici, è il peggior biglietto da visita per sperare nella rimonta. La squadra partenopea ha raccolto 28 punti in questo campionato e dal suo ritorno in Serie A (dal 2007/08), soltanto in due stagioni ne aveva guadagnati meno dopo 18 gare: 24 nel 2019/20 e 23 nel 2007/08. In entrambi i casi, oltre ad aver perso il 19esimo turno, il Napoli chiuse il campionato fuori dalle prime sei. Nel 2011/12 invece i punti furono esattamente 28 e il piazzamento finale fu il quinto. Per Walter Mazzarri la missione rimonta parte con questo presupposto e con una sfida impegnativa come quella contro il Torino di Ivan Juric e dell’ex Duvan Zapata. E soprattutto riparte lontano dalle mura amiche, dove i partenopei hanno fatto meglio solamente di Sassuolo, Udinese, Verona, Salernitana ed Empoli. Il rendimento esterno è stata una delle poche note positive del girone di andata, ma allo stesso tempo gli azzurri hanno perso le ultime due trasferte di Serie A, tante quante quelle rimediate nelle precedenti 28 gare esterne nella competizione.
Insomma, il 2024 del Napoli si apre senza certezze e senza Osimhen e Anguissa (in Coppa d’Africa). L’unico punto fermo è Khvicha Kvaratskhelia, autore fin qui di 5 gol e 4 assist, con una partecipazione a nove reti (nella scorsa stagione però alla diciottesima giornata il georgiano aveva preso parte già a sedici gol con 7 reti e 9 assist). Di fronte c’è un Toro che sembra aver ritrovato fiducia, anche se Ivan Juric in conferenza stampa ha fatto autocritica: “Ci manca qualche punto per andare a chiedere rinforzi sul mercato”. Eppure, il Torino ha vinto tre delle ultime quattro partite casalinghe di Serie A, tanti successi quanti nelle precedenti 17 sfide interne nel torneo. Piccoli segnali di crescita per una squadra che insegue quella continuità mancata sotto la guida di Juric. Primo ostacolo dell’anno è un Napoli senza certezze e senza il suo campione più rappresentativo.