Salta, secondo quanto apprende l’Ansa, la misura contenuta nelle prime bozze del decreto Milleproroghe che prorogava gli sconti fiscali per gli sportivi, a partire dai calciatori, in arrivo dall’estero, contenuta inizialmente nel decreto crescita. A quanto spiegano le stesse fonti, dopo una “accesa discussione” in Consiglio dei Ministri è saltata la proroga di due mesi (sino al 29 febbraio), quindi resterà la stretta che scatterà da gennaio, introdotta con uno dei decreti legislativi attuativi della delega fiscale. Questa stretta impatterà immediatamente sul mercato di gennaio visto che eventuali acquisti stranieri non potranno usufruire del decreto crescita. E per il mondo del calcio è una botta non da poco. Soddisfatta la Lega di Matteo Salvini, che definisce “immorali” gli sconti e invita a investire sui “giovani italiani e non su stranieri strapagati che peraltro sono spesso scarsi”.
Non solo nuovi acquisti però, infatti anche eventuali rinnovi torneranno ad avere la normale tassazione precedente all’introduzione del Decreto Crescita. A meno che non vengano formalizzati nelle prossime 72 ore, ovvero sino al 31 dicembre 2023.
“Lega serie a A prende atto con stupore e preoccupazione delle indiscrezioni di stampa circolate in serata relativamente alla decisione che il Consiglio dei Ministri avrebbe preso di non approvare alcuna proroga del regime fiscale speciale per gli impatriati lavoratori sportivi – si legge in una nota – Tale decisione, se confermata, avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito”.
“La mancata proroga, come anche illustrato in maniera puntuale e dettagliata in una nota inviata al Governo nei giorni scorsi, produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario. Dal momento che la proposta di proroga aveva ottenuto il via libera tecnico per essere presentata in Consiglio dei Ministri, il fatto che alla fine sarebbe stata esclusa lascia supporre che sia prevalsa per l’ennesima volta una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci: una visione che purtroppo non tiene conto dello straordinario ruolo economico, oltre che sociale e culturale, che ricopre questo comparto industriale in Italia. Qualora l’esito del Consoglio dei Ministri venisse confermato, la Serie A auspica che il Parlamento possa correggere questo errore che danneggia non solo il calcio italiano, ma tutto lo sport e il suo considerevole indotto”, conclude la nota.