Matteo Berrettini riparte da Francisco Roig per un 2024 da protagonista. Il tennista azzurro, dopo aver interrotto una lunghissima collaborazione con Vincenzo Santopadre, ha deciso di affidarsi al tecnico spagnolo, che per oltre 15 anni ha fatto parte del team Nadal. Una scelta dettata in parte anche dal deludente 2023, in cui Berrettini è stato frenato dagli infortuni e non è riuscito ad esprimersi al meglio come aveva fatto nelle stagioni precedenti. Lo testimonia il ranking Atp, in cui il romano è scivolato alla posizione numero 92, che finirà per incidere sulla sua stagione. A meno di risultati strepitosi fin da subito, sarà infatti costretto a passare per le qualificazioni e magari anche a giocare qualche Challenger. La verità è che si tratta di discorsi relativi visto che la priorità è evidente: stare bene fisicamente, libero da infortuni.
Lo scorso anno i problemi fisici sono stati davvero tanti: ad Acapulco si è fatto male al polpaccio, mentre a Monte-Carlo si è infortunato agli addominali. Infine, il problema più serio agli US Open, dove ha rimediato una distorsione alla caviglia, uscendo dal campo addirittura in sedia a rotelle e terminando la sua stagione già a fine agosto. Infortuni non particolarmente gravi in sé, ma che gli hanno impedito di trovare continuità e ritmo partita. Paradossalmente è stata una sorta di sfortuna nella fortuna poiché non potrà neppure usufruire del ranking protetto (riservato solo a chi si assenta dal circuito per almeno sei mesi).
Da cosa ripartire dunque in una stagione apparentemente negativa sotto tutti gli aspetti? Innanzitutto dagli ottavi di finale a Wimbledon, apice della sua stagione con vittorie prestigiose ai danni di Sonego, De Minaur e Zverev, prima di arrendersi al futuro campione Alcaraz (non senza prima di avergli strappato un set). Magari anche l’Australia potrà portargli fortuna visto che l’anno scorso ha ottenuto molti punti alla United Cup. Bisognerà tuttavia lavorare su vari aspetti del gioco per rivedere il miglior Berrettini – quello in grado di raggiungere la finale di Wimbledon ma anche le semifinali degli Australian Open – che faceva i buchi con il servizio e comandava lo scambio con il dritto, affidandosi quando necessario anche all’ostico back di rovescio.
Anche a costo di risultare ripetitivi, non si può non rimarcare l’importanza dell’aspetto fisico nel 2024 per Berrettini, che di recente ne ha passate di tutti i colori e anche nella pre season sembra aver accusato un presunto problema al piede a frenarlo. Bisognerà dunque innanzitutto stare bene per poter ambire quantomeno a riavvicinarsi alle posizioni di vertice. Il talento non svanisce da un momento all’altro, dunque scommettere su Berrettini avrebbe senso. Allo stesso tempo, se il 2024 può rappresentare l’anno della rinascita, è altrettanto vero che può essere l’anno del crollo verticale.
E qui subentra anche l’aspetto psicologico: Matteo dovrà essere bravo ad avere pazienza perché c’è il rischio che la situazione sia fin da subito in salita – già nella prima settimana perderà ben 160 punti. Chissà che non possano essere proprio le belle sensazioni della Coppa Davis, vissuta dalla panchina, a regalare a Berrettini quell’entusiasmo per approcciare al meglio la nuova stagione, magari nella speranza che la prossima volta ci sia in campo lui stesso a difendere la maglia azzurra.