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Vlahovic salva la Juventus dai fantasmi di Genova: al Frosinone non basta la personalità

Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic, Juventus - Foto LiveMedia/Raffaele Conti

Ci pensa lui, ci pensa l’uomo più atteso, tenuto fuori da Allegri nonostante le assenze di Chiesa e Kean in favore di Yildiz, che aveva peraltro segnato un super gol sbloccandola. Non doveva essere particolarmente comoda questa panchina dello Stirpe per Dusan Vlahovic, che però subito dopo l’1-1 di Baez viene buttato nella mischia per togliere le castagne dal fuoco alla Juventus. Stava maturando il secondo pareggio di fila in trasferta contro una neopromossa e il serbo scaccia via i suoi fantasmi personali, un gol nelle ultime dieci e sempre meno al centro del progetto offensivo, e quelli dei bianconeri, vicini a un altro passo falso sulla falsariga di quello del Ferraris. A Genova mancò la reazione, contro un Frosinone a cui non basta la personalità e che dalla prossima dovrà tornare a correre, visto che sono tre sconfitte e un punto nelle ultime quattro e la Serie A non perdona nemmeno un piccolo capolavoro come quello ciociaro, si rischia di finire sotto, ma nel finale la squadra si alza, si scuote e ci prova, con la consapevolezza che perdere punti per strada anche qui non sarebbe accolto poi così bene, visto che soltanto per Allegri e forse per i dirigenti l’obiettivo del primo posto non è quello dichiarato. -1 dall’Inter che gioca contro il Lecce più tardi priva di Dimarco e Lautaro, il Natale la Vecchia Signora lo passa nel migliore dei modi, anche se qualcosa comincia a scricchiolare.

La tenuta difensiva non è più particolarmente stagna: si prende gol con facilità e per errori difensivi abbastanza grossolani, come quello di oggi che spalanca la strada a Baez per il suo primo gol in Serie A. Un dato che dice tutto, ma che pone sul banco degli imputati Danilo, che aveva iniziato a destra ma è dovuto tornare a sinistra per l’infortunio di Alex Sandro, e anche Kostic. Subito sostituito dopo una brutta partita da Iling, che non fa granché ma ha più verve. Tra i migliori, come sempre, c’è Wenston McKennie: una traversa clamorosa, il cross per il 2-1 di Vlahovic, tanto cuore. Le assenze ci sono e pesano, i cambi sono ridotti all’osso specie davanti e alla fine la mossa di Allegri di aver tenuto fuori Vlahovic paga nel momento in cui bisognava recuperare. Come a Monza, diversamente da Genova: la Juve, in qualche modo, esce fuori coi tre punti da una partita trappola e passa un buon Natale.

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