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Lazio e Inter le squadre più ‘vecchie’ del campionato. Rovella e Bisseck gli unici nati dopo il 2000 dal 1′

Nicolò Rovella Lazio
Nicolò Rovella - Foto LiveMedia/Stefano D¬¥offizi

Non solo il secondo posto nei gironi di Champions League. Non solo il gemellaggio che lega le tifoserie. Ad accomunare Lazio e Inter – prossime avversarie all’Olimpico in occasione del posticipo della sedicesima giornata di Serie A – c’è anche l’esperienza della rosa. Maurizio Sarri e Simone Inzaghi allenano infatti le due squadre più ‘anziane’ del campionato, prendendo in considerazione i giocatori scesi almeno una volta sul terreno di gioco. Di 28 anni e 287  giorni l’età media dei biancocelesti, mentre è di 29 anni e 56 giorni quella dei nerazzurri. Fin qui l’esperienza ha aiutato più l’Inter che la Lazio. La capolista del campionato può allungare a +4 sulla Juventus, mentre la Lazio (è undicesima prima di scendere in campo) può accorciare su almeno una tra Bologna e Roma. Insomma, i punti in palio sono pesanti e non si può sbagliare. L’esperienza non manca, anche se nell’infrasettimanale di Champions League non si è vista. Le rotazioni di Simone Inzaghi non hanno offerto risposte incoraggianti tra le sabbie mobili del prolungato possesso palla della Real Sociedad. La squadra di Maurizio Sarri invece ha pagato un approccio da dimenticare nell’avvio di gioco dei due tempi a Madrid contro l’Atletico. Dopo le fatiche europee, i due tecnici si affidano ad una formazione esperta e con un solo giocatore a testa nato dopo il 2000. Nicolò Rovella (2001) da una parte, in cabina di regia, con Yann Bisseck (2000) dall’altra nei tre di difesa.

Sarri affida la retroguardia al recuperato Patric e a Casale con Lazzari e Marusic terzini, mentre Inzaghi completa il reparto con i soliti Acerbi e Bastoni. A centrocampo, al fianco di Rovella, spazio a Guendouzi e Luis Alberto. Sono loro a dover gestire il duello diretto con Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan, supportati ai lati da Darmian e Dimarco. Pochi dubbi anche in attacco. Felipe Anderson (l’Inter è la sua vittima preferita con 6 gol, 4 nelle ultime 5 gare) e Zaccagni pronti ai lati, con Immobile favorito su Castellanos. Non sono in discussione Lautaro e Thuram. Non solo per i numeri stratosferici della coppia d’attacco, ma anche perché le alternative non ci sono. Sanchez è indisponibile, Arnautovic fin qui non ha convinto. Per Simone Inzaghi il ritorno da ex all’Olimpico presenta forse anche la prima, vera emergenza di questa stagione. L’obiettivo è la fuga. L’alternativa è un’occasione persa, potenzialmente la seconda in una settimana dopo il pari di martedì.

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