Champions League

Serata agrodolce per il Milan: la vittoria col Newcastle non basta, ora l’Europa League

Stefano Pioli Milan
Stefano Pioli - Foto LiveMedia/Fabrizio Carabelli

Era difficile, quasi impossibile, ma fino al 95′ è stato tutto in bilico. Il Milan evita la figuraccia ed evita di salutare le coppe già a dicembre, ma per la prima volta nella sua storia retrocede in Europa League e si giocherà le proprie carte a partire da febbraio, intasando il suo calendario, ma con tante chance di alzare al cielo un trofeo importante, specie se il campionato sarà ormai andato e i punti di ritardo dalla vetta, al momento nove, resteranno tali o di più. Una vittoria contro il Newcastle, con una bella rimonta e una reazione d’orgoglio dopo un primo tempo per nulla positivo, era quello che serviva: il girone è sfumato prima, tra i due pareggi un po’ stretti iniziali e la sconfitta – brutta – contro il Dortmund di due settimane fa, questa sera bisognava fare il proprio dovere e poi sperare. Il BVB se l’è giocata alla grande, è passata in vantaggio e ha rischiato sia di vincerla che di perderla, alla fine è arrivato un pareggio che fa male, perché il Milan chiude con gli stessi punti del Psg, ma alla fine sono gli scontri diretti, e nel dettaglio la differenza reti visto che sono arrivate una vittoria per parte, a sparigliare le carte a favore degli inguardabili parigini. E soprattutto, quel rigore tragicomico concesso al 98′ alla squadra di Al-Khelaifi dall’arbitro Marciniak, quello della finale dei Mondiali. La vittoria, legittimata anche da due pali con Leao e Tomori, vale comunque la possibilità di vincere per la prima volta l’Europa League o Coppa Uefa che dir si voglia. Serata agrodolce, forse più amara perché il dna rossonero è quello di giocare in questa competizione e non in quella minore, ma si è usciti di scena nel modo più onorevole.

L’approccio dei rossoneri, oggi con la terza maglia di un colore indefinito, è tutto sommato positivo: con personalità si cerca di far girare palla e di concedere poco spazio alle azioni di una squadra, quella inglese, che fa del dinamismo la propria caratteristica principale. Pian piano, però, la squadra di Pioli si spegne e si abbassa, poca personalità e ancor meno idee, anche se ha una grande occasione con Leao in contropiede e il tiro a giro che termina fuori, nel frattempo anche il Newcastle comincia a trovare occasioni e su un errore di squadra dei rossoneri la sblocca: Joelinton arriva al tiro e non sbaglia, ma c’è troppo spazio per i bianconeri che possono dipanare bene la loro azione, a cominciare dal pessimo posizionamento di Loftus-Cheek e passando per la pressione solo abbozzata da Florenzi. L’1-0 galvanizza la squadra di Howe, che ci prova in contropiede, e al contempo fa un po’ perdere la testa al Milan: sbracciata di Leao che viene ammonito, forse ingiustamente, poi giallo per proteste all’indirizzo di Maignan da parte di un inflessibile Makkelie, e il primo tempo si chiude così. La ripresa è completamente all’opposto: il Psg pareggia ma è ancora terzo, poi però il Milan trova a sua volta il pari con Pulisic e le certezze dei padroni di casa crollano pian piano. Gli inglesi spingono perché hanno bisogno solo della vittoria, i rossoneri ci credono e trovano un palo clamoroso con Leao, poi arriva il gol del ribaltone con l’ennesimo contropiede, stavolta finalizzato da Chukwueze. Il finale è confuso per i bianconeri e il Milan sembra avere grande controllo, trovando anche un ulteriore palo con Tomori. E alla fine è Europa League: con una gran reazione, mostrando segnali di vita importanti, evitando il disastro totale che avrebbe provocato forse scossoni di quelli importanti.

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