In una lunga chiacchierata a DAZN Talks, Edoardo Bove ha parlato della sua esperienza alla Roma e di cosa significa indossare i colori giallorossi: “La passione me l’ha trasmessa mia famiglia, ce l’ho avuta fin da bambino. Sono entrato a Trigoria quando avevo 10 anni e ora che ne ho 21, dopo dodici anni, posso dire che ho trascorso più tempo qui che a casa. La cosa bella è che non ci si abitua mai, ma ogni anno che viene è meglio del precedente: più vai avanti, più capisci l’importanza del luogo in cui ti trovi. Io sono stato bravo ma anche fortunato a sfruttare una certa occasione e rimanere qui a lungo. Ovviamente sono contento di ciò che faccio e, pur essendo giovane, mi proietto sempre al futuro. Fiducia dell’allenatore? Credo che non ci sia cosa più bella che ripagarla. Il mister è un maestro nel trasmettere la mentalità e la fiducia che mi ha dato mi è stata d’aiuto per crescere. Confermarsi match dopo match è molto difficile“.
“Un giocatore della Roma con cui avrei voluto condividere lo spogliatoio? Nainggolan. Calcisticamente mi piaceva davvero tanto, era uno dei miei calciatori preferiti. Volendo essere banali, invece, Totti e De Rossi: chi non sceglierebbe loro? – ha proseguito Bove, parlando poi dell’importanza dello studio – Spesso i giovani che si affacciano alla carriera professionistica non possono andare a scuola fino al quinto anno. Per fortuna io sto continuando gli studi universitari, anche per svagarmi. Quando non avrò più voglia di andare al campo bisognerà cambiare qualcosina. L’obiettivo è alzarsi la mattina e a fare qualcosa che ti piace. Mi è successo che dei ragazzi della Primavera mi chiedessero dell’università: è bello poter essere da esempio“.