Formula 1

F1, Verstappen: “I nuovi circuiti cittadini non appartengono alla F1. Dobbiamo concentrarci sullo sport”

Max Verstappen
Max Verstappen - Foto LiveMedia/Antonin Vincent/DPPI

“Siamo a un punto di svolta. In termini di circuiti, per me le piste vere sono sempre più divertenti da guidare. La gente può dire quello che vuole sui circuiti cittadini. Ma alla fine, non è questo il posto a cui appartiene una vettura di Formula Uno. L’ho detto a Stefano Domenicali. Penso che sia molto importante che i piloti parlino della necessità di mantenere vere le corse. E che non sia solo una questione di spettacolo esterno. Dobbiamo concentrarci sullo sport”. Max Verstappen, in un’intervista esclusiva al Telegraph, a pochi giorni dal GP di Las Vegas, mette sempre più in chiaro la sua posizione riguardo i nuovi circuiti cittadini. 

“In termini di stipendio, non penso davvero che la recente crescita di questo sport faccia alcuna differenza per il mio contratto. Non penso che per la Red Bull dipenda da quanti soldi guadagnano in F1. Voglio dire, fino a un paio di anni fa, ricevevo lo stesso un grosso stipendio. La Red Bull, penso, è più grande delle sole attività di Formula 1”, prosegue il pilota olandese.

“È sempre molto facile dire ‘Non dovresti lamentarti, perché guarda quanti soldi guadagni’… Ma chi se ne frega di quanti soldi guadagni? Si tratta semplicemente di esprimere la tua opinione e parlare di ciò che ritieni sia giusto o di ciò che deve essere curato nello sport – dice senza freni il tre volte campione del Mondo -. Non mi interessa se guadagno 2 milioni di dollari o 100 milioni di dollari. Non mi interessa. Voglio esprimere sempre la mia opinione. È così che sono cresciuto. È così che penso che lavoriamo anche come squadra. Le persone dovrebbero essere in grado di accettare le critiche. Perché se non riesci a sopportare le critiche, non riuscirai comunque a evolverti come persona”.

Per Verstappen anche il ritiro è un’opzione concreta: “Sicuramente. Ci sono così tante altre cose là fuori da fare. Sai, non si tratta solo di Formula Uno nella vita. Non si tratta solo di quanto ho vinto. Riguarda la qualità della vita in generale. Ci sono troppe gare”. Infine, una battuta su Hamilton compagno di scuderia: “Non funzionerebbe mai. Di sicuro proveremmo a batterci a vicenda. Ma penso che sia positivo anche averci in squadre diverse. Per me, la cosa importante è che i nostri rivali si assicurino di essere abbastanza competitivi per battagliare. Perché altrimenti non importa chi metti uno accanto all’altro, c’è solo una macchina che vincerà di nuovo il campionato. E non è quello che vuoi come fan”.

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