Un po’ di paura nel finale, ma alla fine per una volta per quest’Italia l’incubo Macedonia del Nord non è più tale. Dopo il dramma di Palermo, dopo i due punti persi all’esordio di Spalletti a Skopje, che rispettivamente ci hanno estromesso dagli ultimi Mondiali e messo a repentaglio i prossimi Europei, a Roma arriva un 5-2 roboante per gli azzurri, che tornano a segnare tanto, ma subiscono un po’ troppo per venti minuti in cui l’Olimpico ha dovuto tremare pensando all’ennesimo scherzetto di questa formazione che sta tenendo il ritmo dei fallimenti del nostro calcio e battezzando ogni momento complicato. Un gol all’improvviso, l’altro assai casuale, e dal 3-0 secco del primo tempo, con tanto di rigore sbagliato del solito – ormai è una maledizione in azzurro – Jorginho (ma solo chi ci riprova può sbagliare), si è dovuto tornare a pedalare e a soffrire per poi andare a chiudere i giochi grazie a Raspadori ed El Shaarawy.
La prestazione c’è e questa Nazionale è in crescita. Contava vincere e abbiamo vinto, siamo stati propositivi e coraggiosi contro un avversario comunque estremamente inferiore sia sulla carta che nei fatti. Ma per vincere le partite non basta volerlo fare, c’è tanto da mettere in pratica, ci sono gli schemi da corner, come quello che porta al gol di Darmian, c’è la fame di un Chiesa che per vari motivi dopo quello sfavillante Europeo non ha più trovato continuità con l’Italia, maglia che ama e per cui si spende appieno. Insomma, si va al riposo forti di un triplo vantaggio e a dieci minuti dalla fine solo un gol di margine ci separava dalla possibilità di giocare a Leverkusen contro l’Ucraina con due risultati su tre. Ecco, questa sofferenza va sicuramente rimossa, anche perché oggi proprio non meritavamo di dover mettere a repentaglio quanto costruito con belle giocate e uno spirito di gruppo che si va sempre più formando. E così, lunedì ci giochiamo tutto (o quasi): un risultato positivo vuol dire Europei subito, una sconfitta sarebbe un disastro e vanificherebbe questa serata, anche se per fortuna ci sarebbe il paracadute degli spareggio, anche quelli comunque da vincere e complicatissimi. Ma non è il momento di pensarci.