Serie A

Christian Vieri: “Inter più forte della Juventus, Inzaghi meglio di Allegri”

Bobo Vieri
Bobo Vieri - Foto Ray Giubilo

“Oggi è più forte l’Inter. È una super squadra, gioca molto bene. Inzaghi meglio di Allegri, sta dimostrando di essere un grandissimo allenatore. Il mio preferito tra le due squadre? Mi piacciono molto Lautaro e Thuram. L’Inter mi fa impazzire, anche Dimarco mi piace tantissimo, contro il Frosinone ha fatto un gol pazzesco. Sono tutti giocatori forti, giocano un bel calcio. Nella Juve non ne trovo uno in particolare, ma è una squadra molto solida. Bremer in difesa, davanti ha quattro attaccanti forti. Kean è in grandissima forma, sta giocando alla grande. C’è anche Chiesa, uno che può sempre fare la differenza. Cosa manca a Vlahovic? Il giocare sempre e i gol. Trascinatori si diventa giocando ogni partita”. Lo ha detto Christian Vieri in un’intervista alla radio-tv RDS della Lega Serie A anticipando il derby d’Italia Juventus-Inter: “Io mi annoio molto facilmente, devo sempre trovare qualcosa che mi diverte. Mi piace essere sempre attivo, ma tornassi indietro giocherei fino a cinquant’anni, se fai il calciatore ami questo sport. Non c’è un mio ex compagno che non tornerebbe indietro a rifare tutto. Quando fai un lavoro che ti piace, non ti annoi mai. Quando sei fortunato a fare il lavoro dei sogni è ancora più bello. Alla fine però ero stufo di tutto e di tutti, ero stanco mentalmente. Ricordo di essere andato in Svizzera con l’Atalanta a fare un’amichevole, a fine primo tempo ho comunicato a Delneri che me ne sarei andato e così ho fatto. Stavo ancora bene, ma non avevo motivazioni, avevo grande stanchezza mentale. Dovevo andare a giocare al Boavista da un mio amico, ma mi sono allenato un mese e poi ho deciso definitivamente di non continuare con il calcio: da lì è finito tutto. Rimpianto? Tornassi indietro giocherei ancora, ma lo sto dicendo ora: in quel momento, se ho smesso, è perché sentivo di smettere”.

E sulla vicenda del pedinamento da parte di Moratti: “Uno si arrabbia lì per lì, ma è stato il mio presidente per sei anni e mi ha voluto bene. Mi sono arrabbiato, più che altro c’era delusione. Però quella è stata una cosa extra, non la conto. Nei sei anni insieme non posso dire niente, ma l’Inter è la squadra che mi ha dato di più. Io non sarei mai andato via, sono stati sei anni difficili e sofferti, ma proprio per questo sono attaccato all’Inter”.

Infine, il rimpianto del Mondiale 2006 mancato per un infortunio: “Ero distrutto, sapevo che con Lippi in Nazionale sarebbe cambiato tutto. La squadra era forte, lui era l’allenatore giusto. Ho sofferto per tanti anni, ma è normale. Lui mi ha aspettato fino all’ultimo, ma non ce l’ho fatta”. 

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