Sorteggiati i gironi delle Atp Finals 2023 di scena a Torino, le luci dei riflettori sono state puntate sul Gruppo Verde, dove sono presenti il beniamino di casa Jannik Sinner e il numero uno al mondo Novak Djokovic (insieme a Tsitsipas e Rune). Anche l’altro raggruppamento, il Gruppo Rosso, tuttavia promette spettacolo e regalerà incroci interessanti. Andiamo dunque ad analizzarlo insieme, tra favoriti, sorprese e incognite.
Il tennista più atteso non può che essere Carlos Alcaraz, numero due del mondo al debutto assoluto nel torneo di fine anno. Nel 2022, pur essendosi qualificato, non aveva infatti potuto parteciparvi a causa di un infortunio. Quote alla mano è lui il favorito per la vittoria del girone e dunque per l’approdo in semifinale da primo classificato. Dando un’occhiata agli ultimi risultati, però, è più che lecito avere qualche perplessità. La sconfitta in semifinale a New York contro Medvedev sembra infatti averlo destabilizzato, specialmente a livello di fiducia e consapevolezza dei propri mezzi, tanto che nei mesi seguenti sono arrivate tante sconfitte inaspettate. Sicuramente l’aspetto fisico ha giocato un ruolo altrettanto importante, con lo spagnolo che ha spinto al massimo fino a Wimbledon, andando in fondo quasi tutti i tornei giocati, per poi accusare un calo fisiologico.
Se le battute d’arresto contro Sinner e Dimitrov, rispettivamente a Pechino e a Shanghai, non preoccupano, diverso è il discorso per il ko contro Safiullin a Parigi-Bercy. Carlitos è infatti apparso lontano dalla sua versione migliore, non tanto fisicamente quanto proprio tecnicamente, come se il suo tennis avesse all’improvviso incontrato un ostacolo. Con ogni probabilità, un Alcaraz al 100% vincerebbe il girone, ma basta che la percentuale cali solamente un po’ ed ecco che potrebbero sorgere i primi problemi. Non dimentichiamo infatti che lo spagnolo, per quanto riguarda i precedenti, è in parità sia con Medvedev (2-2) che con Zverev (3-3), mentre Rublev non l’ha mai affrontato in un match ufficiale. Fondamentale sarà l’esordio, contro il tedesco, per vedere in che condizioni fisiche e mentali è Carlitos e come gestirà la pressione dell’esordio alle Finals.
L’altro principale candidato per superare la fase a gironi è Daniil Medvedev, che le Atp Finals le ha già vinte nel 2020 a Londra. L’anno successivo c’era andato vicino, sfiorando il bis a Torino prima di cedere il passo a Zverev in finale. Da dimenticare invece il 2022, con tre sconfitte nel girone, peraltro tutte al tie-break del terzo set. Quest’anno proverà dunque a riscattarsi e non c’è nulla che lascia pensare che non possa farlo. La sua stagione è stata molto positiva, in queste condizioni di gioco si esprime molto bene e gli avversari nel girone li ha già battuti tutti più volte.
Contro Rublev ha perso solo due volte (su otto confronti), tra cui proprio l’anno scorso a Torino, ma se Medvedev gioca il suo miglior tennis non c’è partita, come testimoniato dal fatto che tutte le vittorie siano arrivate in ‘straight sets’. Contro Zverev sembrerebbe esserci un po’ più d’equilibrio, ma il 10-7 nei precedenti non è del tutto veritiero visto che, dopo i successi del tedesco tra il 2016 e il 2019, Medvedev vanta un netto 9-2 dal 2020 in poi. Sul cemento indoor tuttavia c’è sempre stata battaglia tra i due, quindi non è affatto scontata l’affermazione del russo. Infine Carlos Alcaraz, l’avversario a cui dovrebbe – sempre sulla carta – contendere il primo posto del girone. Sicuramente tra i due è più in forma Medvedev, che negli ultimi cinque tornei giocati ha raggiunto tre finali (seppur perdendole tutte, una contro Djokovic e due contro Sinner). Se lo spagnolo ha dimostrato, prima a Indian Wells e poi a Wimbledon, di sapere come mettere in difficoltà Daniil, quest’ultimo ha risposto imponendosi a sorpresa a New York, infiammando così la rivalità. Chissà cosa dirà il prossimo capitolo, quello di Torino.
Spesso sottovalutato, Andrey Rublev ha ribadito di meritare eccome la top 10 ed ha dimostrato ulteriori progressi in un 2023 che gli ha regalato grandi soddisfazioni. A livello slam manca ancora il tanto ambito acuto (finora 0-9 nei quarti di finale), ma è arrivato il primo titolo 1000, a Monte-Carlo, seguito da tanti risultati di spicco che l’hanno portato alla quinta posizione del ranking. Inevitabile dunque aspettarsi tanto da lui anche a Torino, dove non parte nelle prime file (in un’ipotetica griglia come quella della F1), ma potrà sicuramente giocarsi le sue carte. A partire dalla fase a gironi, che l’anno scorso ha superato per la prima volta dopo due premature eliminazioni. A dirlo sono proprio i suoi ultimi risultati, che testimoniano una continuità spaventosa.
Rispetto a tanti big, che in questo finale di stagione sono usciti di scena nei primi turni dei vari tornei, Rublev è sempre arrivato in fondo quando contava: quarti a New York, finale a Shanghai, e semifinali a Vienna e Parigi-Bercy. Guai dunque a darlo per spacciato, nonostante non abbia un bilancio favorevole né contro Medvedev né contro Zverev. Se contro il connazionale l’impressione è che ci sia poco da fare, contro il tedesco invece parte persino avanti. Quest’anno sono infatti arrivate le prime tre vittorie (che hanno riequilibrato i precedenti, a un certo punto sul 5-0 in favore di Sascha), non solo ad inizio anno quando Zverev stava ancora recuperando dall’infortunio ma anche di recente a Vienna. Potrebbe dunque risultare decisiva la sfida contro Alcaraz, la prima a livello Atp. Lo spagnolo è ovviamente favorito, ma se c’è qualcuno pronto ad approfittare di un suo qualsiasi passo falso, quello è proprio il moscovita.
Il quarto tennista inserito nel girone, che in teoria parte dietro agli altri, è Alexander Zverev. Vincitore delle Atp Finals in due occasioni, nel 2018 a Londra e nel 2021 a Torino, torna a disputare il Master dopo il forfait dell’anno scorso a causa di un serio infortunio rimediato a Parigi. Nonostante la qualificazione, Zverev non ha propriamente brillato quest’anno, o almeno non come aveva fatto in passato. Sicuramente il tempo è dalla sua parte e le possibilità di tornare ai suoi livelli non gli mancano, ma per fare strada a Torino servirà fare meglio delle ultime uscite.
In stagione ha vinto i tornei di Amburgo e Chengdu, ma i punti pesanti sono stati soprattutto quelli della semifinale del Roland Garros. Ciò che preoccupa è però il suo rendimento indoor, dove il miglior risultato del 2023 sono stati i quarti raggiunti a Vienna. Neppure i precedenti sorridono più di tanto visto che quest’anno è 1-9 contro gli altri tre giocatori nel girone, con l’unica vittoria maturata contro Medvedev a Cincinnati. Ciononostante, Zverev rimane pur sempre un cliente scomodo in queste condizioni di gioco ed inoltre potrà giocare senza troppa pressione visto che in fondo ha tutto da guadagnare. Infine, il feeling con il Pala AlpiTour non gli manca, ergo non sarà una passeggiata sconfiggerlo.