“Siamo a un quarto del campionato. Credo che tutto sommato il campionato sia bello perché aperto, se non c’è una squadra che domina in maniera incredibile è molto più interessante per tutti. Vedo un grande equilibrio in alto. Per me la squadra favorita è l’Inter, probabilmente solo il fatto magari di navigare, come l’anno scorso, fino alla finale di Champions potrebbe danneggiare, tra virgolette, il corso del campionato nazionale. Glielo auguriamo comunque tutti perché è una squadra italiana, che sia l’Inter, che sia il Milan, che sia qualsiasi altra, speriamo che arrivino il più lontano possibile”. A dirlo è Gianni De Biasi, Ct della Nazionale dell’Azerbaigian, intervenuto a Radio Cusano durante la trasmissione “Cose di Calcio”, condotta da Debora Carletti e Flavio M. Tassotti. Riguardo l’Inter di oggi rispetto a quella dello scorso anno, De Biasi ha poi detto, “In questa stagione è riuscita ad aggiungere qualche pezzo interessante, uno tra tutti Thuram. Due anni fa ha buttato alle ortiche un campionato che poteva giocare fino alla fine. Però credo sia una squadra che ha tanta qualità, personalità e ha giocatori che possono risolvere la partita in qualsiasi momento”.
Infine, sul campionato italiano e sul futuro della nazionale, De Biasi ha dichiarato: “Credo che siamo il terzo campionato dopo Inghilterra e Spagna, poi vengono la Germania e la Francia, per quello che riguarda valori reali. Luciano Spalletti si merita di stare dove è ora. Ha la stoffa, l’intelligenza e le capacità per gestire una situazione come quella della nostra nazionale. Nel 2016 sono stato preso in considerazione dalla nazionale, tanto è vero che ero convinto di essere io l’allenatore della nazionale quando invece hanno scelto Giampiero Ventura. Ho perso all’ultima curva e, tutto sommato, sono rimasto molto scottato da questo aspetto qui, ma non è un problema. Ognuno di noi in cuor suo ha delle ambizioni, poi è chiaro che io non ho mai fatto parte di potentati. Potevo entrare in alcune situazioni che mi avrebbero favorito e mi avrebbero spianato la strada professionale, ma sono sempre stato al di fuori dei giochi di potere. Potevo fare delle scelte diverse, oggi non lo dico qui per decenza, mi erano state fatte delle offerte per poter far sì che oggi sarei ad allenare qualche squadra importante ma non sono sceso a compromessi. Sono uno a cui piace essere libero di andare a dormire e non di star sveglio tutta la notte”.