Milano cade ancora, stavolta al Forum. Nel recupero della seconda giornata di Eurolega, l’Olimpia cade contro il Maccabi Tel Aviv col risultato di 98-90. Lo spettro della crisi si materializza con i fischi e coach Ettore Messina non nasconde la delusione: “Abbiamo perso una partita in cui abbiamo accumulato 25 assist, tirato da tre con il 40% e da due con il 64%. Una partita in cui abbiamo segnato 90 punti. Ed è successo perché quella che è sempre stata la nostra identità, la difesa, è scomparsa. Era successo a Berlino, è successo in campionato contro Pesaro, è successo stasera”.
Il tecnico sottolinea che il “Maccabi ha corso e segnato a piacimento, ha segnato in contropiede, ha segnato in isolamento, ha segnato da rimbalzo. Non c’è stata alcuna opposizione. E questo è stato a momenti imbarazzante. Abbiamo mosso la palla, abbiamo segnato tanto con i nostri principali realizzatori ma ovviamente non è bastato. Capisco la frustrazione dei tifosi”. Poi la promessa: “Lavoreremo il più possibile per cercare di correggere questa situazione – spiega Messina -. Storicamente qui abbiamo magari fatto fatica a fare canestro, momenti in cui non tiravamo bene, avevamo palle perse eccetera. Ma la difesa non ci ha mai abbandonato. La difesa c’è sempre stata. Ora quello che vedo è poca voglia di competere. Non voglio puntare il dito contro nessuno, è l’ultima cosa che ci serve. Quello che serve è qualcuno che dica intanto io non mi faccio battere dal mio uomo. I nostri lunghi sono fuori posizione, perché prendiamo troppe penetrazioni facili. Questo è il problema. Ed è preoccupante”.
Poi la conclusione: “In passato, siamo riusciti a difendere anche con giocatori come Sergio Rodriguez o Gigi Datome, grandi campioni ma non grandi difensori. Però c’era questa voglia di opporsi, di non farsi battere dal proprio uomo – spiega -. E questo è quello che vedo adesso e che dovremo trovare il modo di correggere. Io passo per essere un difensivista, vedere quello che abbiamo visto stasera ovviamente è doloroso. Giovedì arriva Monaco, che è una squadra di attaccanti pazzeschi. Se avessimo questo stesso atteggiamento, sarebbe un problema”.