“La salvezza? Sì, che ci possiamo puntare. Dovevamo ritrovare convinzione e risultati. Cominciare con cinque sconfitte consecutive ha complicato il nostro percorso. In estate dicevamo di avere il 50% di possibilità di retrocedere. Ogni anno sembra sempre più difficile. Sicuramente l’inizio della stagione l’abbiamo costruito malino, 7-8 giocatori sono arrivati a ridosso della partenza del campionato, alcuni a Serie A iniziata e in ritardo di condizione, allenandosi poco e male. Ieri a Firenze, a distanza di due mesi, molti di loro si sono trasformati, specie dal punto di vista fisico. Ora penseremo al futuro prossimo, siamo fiduciosi e convinti di potercela giocare con cinque o sei squadre. Considerando che, come accaduto a noi in passato, alcune di queste stanno vivendo un momento di difficoltà”. Lo ha detto il presidente dell’Empoli, Fabrizio Corsi, intervenuto quest’oggi a Radio Serie A con RDS, sul momento della società azzurra. La vittoria contro la Fiorentina ha restituito il sorriso dopo il brutto inizio di stagione: “Risultato inaspettato, ci sembrava di essere la vittima designata contro questa Viola, ma nelle ultime settimane c’è stata una crescita che ha portato a una partita quasi perfetta. Ho abbracciato i ragazzi e il mister. In quei momenti viene fuori l’emozione, è stata una bella pagina di questa mia esperienza sportiva. Una grande soddisfazione per tutti, in primis per Andreazzoli che più di tutti ha inciso sulla mentalità. Fiorentina squadra importante, i nostri tifosi hanno goduto perché la vittoria è arrivata in un momento impensabile. Ora testa alle prossime gare, trasformando la felicità in cattiveria agonistica. Bisogna prendere il meglio perché il cammino sarà molto arduo”.
Sul ritorno in panchina di Andreazzoli: “Siamo solo all’inizio di un percorso, mancano 29 partite. E’ tutto un cammino da costruire. Siam passati da un tipo di calcio più attendista a uno più propositivo, lavorando da un punto di vista fisico molto bene. Avevamo perso il bandolo della matassa, perciò è arrivata la scelta più ovvia anche se la meno corretta: cambiare allenatore. Ci aspettiamo che la crescita continui, anche nelle individualità e nella maturazione fisica e tecnica. Siamo esperti, ma con molti giovani che devono completarsi”. Belle parole anche per l’ex tecnico Zanetti: “Paolo è un grande appassionato del suo mestiere, è un grande lavoratore. Sicuramente ci ha messo del suo nella crescita di squadra, già l’anno scorso abbiamo fatto una grande stagione. Ieri ci siamo presentati al derby con una preparazione fatta nei minimi particolari. Qualcuno ha cambiato i giri al motore e c’era da aspettarselo. Ora spero che non ci si fermi qui, già in due settimane il lavoro ha pagato”.
Sul talento Baldanzi. “Ci curiamo il dispiacere di vedere certi ragazzi staccarsi da noi, col vederli giocare in club top. Ieri, forse sarò di parte, il migliore nella Fiorentina mi è sembrato Parisi. Quando vanno via per motivi di crescita, senti che si stacca un pezzo della famiglia. E’ successo per Bajrami, per Haas e per tanti altri. Vedere Di Lorenzo che avevamo preso dal Matera, diventare campione d’Italia, è orgoglio puro. Tommaso? Ci interessa proteggerlo da discorsi di mercato tenendolo il più ovattato possibile. Deve dare il meglio per accompagnarci al nostro obiettivo”, ammette. E ancora a proposito dei giovani italiani, il presidente dell’Empoli dichiara: “Parlando con Barone mi sembra che anche lui voglia orientarsi in questa direzione. Il calcio italiano sta soffrendo, è diventato una palestra per gli stranieri, molti dei quali neanche di grande livello. Molti italiani giocano in B, il decreto crescita penalizza. Vedere squadre che si presentano con un italiano o addirittura nessuno dovrebbe far riflettere. Noi abbiamo due ragazzi stranieri molto forti, son con noi perché riteniamo possano esplodere, altrimenti andiamo sugli italiani. Mi vien da dire, meno male che c’è l’Empoli”. Infine sul neo ct della Nazionale Spalletti, ex dell’Empoli, Corsi dice: “Lo abbiamo seguito in tutto il suo percorso e ci inorgoglisce. Non c’è empolese che si perda una partita della sua Nazionale. La sua presenza ci coinvolge in particolar modo. Anch’io adesso leggo e mi interesso di più sulla Nazionale, forse sbagliavo prima (ride, ndr)”.