Cinica e di gestione, capace di sferzare dopo un primo tempo deludente, l’Inter torna a vincere dopo l’inciampo col Bologna prima della sosta e si presenta anche nel migliore dei modi all’appuntamento col Salisburgo in Champions. I ragazzi di Inzaghi passano a Torino al termine di una partita scorbutica come era ovvio fosse quella coi granata, tra due difese a tre e in casa di chi non ha mai perso e aveva subito fin qui solo un gol. Ma nel secondo tempo arriva un tris eloquente: in gol Thuram, Lautaro e poi Mkhitaryan su rigore nel recupero. E dire che la prima frazione, francamente, non aveva fatto presagire poi chissà quanti buoni presagi agli ospiti, che faticano tanto a trovare occasioni degne di questo nome e anzi in un paio di situazioni rischiano anche di passare sotto.
Nella ripresa, però, l’Inter cambia volto e torna quella di inizio stagione, quella che per quasi tutti, per profondità di rosa, anzianità di progetto e qualità, è la favorita per lo scudetto. Dumfries entra e spinge, e da una sua cavalcata arriva il gol sporco di Thuram, che calcia strozzando, trova una lieve deviazione e anche il suo quinto gol consecutivo in nerazzurro. Il francese funziona alla grande, ciò che funziona in particolar modo è la coppia con Lautaro, che torna a segnare pochi minuti dopo con un colpo di testa (o di spalla, o di tutte e due) facilissimo da mezzo metro. Lukaku è dimenticato e sarà prossimo avversario in campionato, arriva una vittoria e vale anche la vetta della classifica, è un sabato perfetto per i ragazzi di Inzaghi – il tris arriva con Mkhitaryan su rigore a sugellare una bella partita – che avevano bisogno di una vittoria cinica e arrivata quasi per sfinimento.
L’altra faccia dell’Olimpico Grande Torino è quella delusa e un po’ rassegnata nel mondo granata: arriva un’altra sconfitta, l’ennesima, contro le big, la classifica non è granché e la zona calda è più vicina di quella europea, al netto dell’infortunio di Zapata si fa davvero fatica a costruire gioco e occasioni da gol, e poi si prende gol con una facilità disarmante, alla prima grande chance concessa. Juric ha molto su cui lavorare, perché il rischio è quello di vivere una stagione anonima se non peggio.