Calcio

Inter, Sommer: “Per vincere serve una squadra unita. Giocare in porta è una questione di famiglia”

Yann Sommer
Yann Sommer, Inter - Foto LiveMedia/Lisa Guglielmi

Ai microfoni di Inter Tv, ha parlato Sommer, rinforzo arrivato nella scorsa sessione di mercato per sostituire Andrè Onana. Il portiere svizzero ha parlato del suo passato, della sua infanzia e della sua scelta di approdare in nerazzurro nello scorso agosto.

Le parole di Sommer: “Ho iniziato a giocare quando avevo quattro anni e no, ho sempre giocato a calcio.  Ho sempre voluto fare il calciatore. Ho sempre giocato come portiere fin dal mio primo allenamento e volevo solo giocare in porta. Ci sono tanti grandi portieri. Penso per esempio a Casillas o van der Sar. Anche mio padre e mio zio giocavano in porta. E’ una questione di famiglia. Ci sono sempre momenti difficili nella vita di un calciatore. Da anni, ormai, lavoro con un mental coach, mi aiuta in certi momenti ed è importante parlare con qualcuno quando le cose non vanno. Aiuta a sentirsi meglio. Sono di grande aiuto. Quando torno a casa, vivo un mondo diverso. Da Yann il portiere divento Yann il papà, e questo è molto importante per me. I migliori insegnamenti si ricevono con le esperienze. Impariamo sempre qualcosa. Ma le lezioni più importanti me le hanno date i miei genitori. Cerco sempre di essere felice e tranquillo. Difetto? Certe volte penso troppo. Sicuramente la determinazione. Serve un po’ di talento, certo, ma ho incontrato tanti giocatori nella mia carriera che magari avevano meno talento ma che ci hanno messo duro lavoro e molta passione, senza mai arrendersi. E hanno raggiunto i massimi livelli. Quindi ci vuole molta determinazione“.

 

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