Come orma ben noto, Nicolò Fagioli si ritrova al centro del fascicolo aperto dalla Procura di Torino su un presunto giro di scommesse attuate su piattaforme online non autorizzate, ma soprattutto è finito nel mirino della Procura della Federcalcio. Fagioli, secondo le prime ricostruzioni, nei mesi scorsi sarebbe stato interrogato a Torino e durante i colloqui avuti con gli inquirenti avrebbe ammesso di aver puntato anche su partite di calcio, attività che non è consentita. La difesa potrebbe ora puntare su una presunta ludopatia: già nelle giovanili Nicolò era attratto dal gioco e dalle partite di poker, scrive il Corriere della Sera.
In ballo c’è il comma 1 dell’articolo 24 che comporta “per i soggetti dell’ordinamento federale, per i dirigenti, per i soci e per i dirigenti delle società la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.00o”. Come ammesso dagli stessi legali del calciatore, Fagioli ha scelto di autodenunciarsi e ora la Procura sta ricostruendo l’attività, che pare di qualche anno, di Fagioli su questi siti. Posizione che ovviamente diventerebbe ancora più complicata per il 22enne centrocampista qualora venissero fuori delle ‘giocate’ anche sulla squadra per la quale è tesserato.
L’indagine Figc, come già emerso nella giornata di ieri, dovrebbe essere già vicina alla conclusione. L’apertura del fascicolo, dopo segnalazione del 30 agosto da parte dei legali del calciatore bianconero, c’è stata a inizio settembre e da quel momento la Procura guidata da Giuseppe Chiné ha sino a 60 giorni (salvo proroghe) per chiuderlo.