Serie A

Genoa-Milan, il moviolone: Piccinini nella bufera, finale convulso con episodi controversi

Marco Piccinini
Arbitro Marco Piccinini - Foto LiveMedia/Danilo Vigo

Il finale di Genoa-Milan è destinato a essere ricordato per una serie di motivi. Giroud che si improvvisa portiere e salva i tre punti è uno di questi, ma principalmente la quantità di episodi controversi nell’ultimo quarto d’ora rende la direzione dell’arbitro Marco Piccinini di Forlì assai discussa, con l’arbitro finito nella bufera per almeno tre situazioni diverse. Andiamo allora, con moviolone del giorno dopo, a provare a dissipare tutti i dubbi, posto che alcune situazioni restano sempre opinabili anche riguardandole all’infinito.

Il primo tempo, è positivo: corretto il cartellino giallo, con tanto di vantaggio applicato, all’indirizzo di Theo Hernandez, che sarà squalificato contro la Juventus perché diffidato, bene anche sul rigore chiesto dal Genoa per il contatto su Vasquez, non c’è nulla. Nel finale, però, arrivano i guai per il fischietto romagnolo. L’episodio più controverso resta quello del gol di Christian Pulisic: lo statunitense, da alcuni frame, sembra toccare involontariamente col braccio prima di mettere giù il pallone e segnare. Dal momento che c’è immediatezza, anche un controllo non volontario sarebbe punibile con l’annullamento della rete, l’arbitro però convalida perché impallato e al Var, così come da protocollo, cercano immagini chiare che possano dimostrare un tocco di braccio, ma non le trovano, e così la rete viene convalidata tra le proteste. I dubbi restano, e sono tanti, il presidente Zangrillo si lascia andare a uno sfogo pesantissimo e a questo punto, quantomeno, ci si attende di sentire l’audio Var (gli esperti Nasca e Di Paolo, non impeccabili in questa stagione) con l’arbitro nella prossima puntata di Open Var su Dazn.

Ma non è finita qui. C’è l’entrataccia di Mike Maignan in uscita disperata col ginocchio alto sul collo di Ekuban che non viene rilevata in un primo momento dall’arbitro, che lascia continuare e non ferma nemmeno il gioco con giocatori a terra tra cui lo stesso portiere. I due Var in questo caso intervengono in modo puntuale: prima valutano una DOGSO, la chiara occasione da rete, che non c’è, poi pensano giustamente al grave fallo di gioco e dopo on field review arriva il cartellino rosso sacrosanto. Che però, sarebbe dovuto arrivare direttamente in campo: grave che Piccinini non se ne sia accorto.

Infine, un altro episodio in cui Piccinini lascia a desiderare: il portiere genoano Martinez sale in area per provare a pareggiare, i padroni di casa perdono palla e l’estremo difensore affonda il tackle in ritardo. Martinez era già ammonito per una perdita di tempo sullo 0-0, Piccinini lascia comunque proseguire il gioco in modo corretto nel caso in cui il Milan trasse vantaggio, poi però inspiegabilmente fischia e va ad ammonire per la seconda volta Martinez. Il giallo e dunque il rosso è corretto, ma i rossoneri avrebbero potuto involarsi verso la porta per segnare lo 0-2. Ci sono due considerazioni da fare: la prima, riguarda il fatto che Piccinini correttamente stava provando a far continuare il gioco, ma ha preso un abbaglio nel valutare la sfera come nella disponibilità del difensore del Genoa, visto che con uno strano rimbalzo torna a Leao che a quel punto avrebbe facilmente appoggiato a un compagno con la porta vuota e quaranta metri da percorrere. C’è anche un altro risvolto: se il portiere del Genoa, in qualche modo, dopo aver commesso fallo fosse riuscito a rinvenire sugli attaccanti del Milan, interferendo col gioco con una parata o un altro fallo (lui che in teoria era espulso ma alla prima interruzione) si sarebbe profilata una particolare situazione regolamentare con punizione indiretta in area di rigore per il Milan, una situazione che a quel punto sarebbe stata difficilmente gestibile per Piccinini che forse, sbagliando, ha deciso di tagliare la testa al toro fermando l’azione. La sua prova, unita a quella dei Var, è comunque insufficiente.

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