La Fiorentina è pronta all’esame europeo. Quattordici punti in sette partite in campionato a testimoniare un ottimo avvio e la capacità di Italiano di far ruotare i suoi uomini e di trovare il meglio da ciascuno, anche se fin qui sono mancati gli attaccanti. Nzola si è sbloccato nel recupero col Cagliari, Beltran ancora no ma le prestazioni sono buone: ed è il grande ballottaggio per la sfida di Conference League contro il Ferencvaros al Franchi, una partita da vincere a tutti i costi perché all’esordio è arrivato un deludente – per come si era messa – pareggio col Genk, complici anche un po’ di incertezze del portiere Christensen, riconfermato, griffato dalla clamorosa doppietta di Ranieri, che nel frattempo è scivolato indietro nelle gerarchie. I toscani ci tengono alla coppa e faranno valere il fattore casa per salire a quota quattro punti in classifica, indispensabile dunque trovare un successo contro la formazione ungherese, che dal canto suo ha dimostrato di essere una squadra pericolosa anche se molto difensiva.
Già visti all’opera in Champions negli scorsi anni, i magiari dalla loro potranno contare su un esodo di massa: a Firenze arriveranno in 2.300 a sostenere i biancoverdi e il rischio disordini c’è purtroppo, visto che per una coincidenza, il Ferencvaros odia il colore viola, quello dei rivali nazionali dell’Ujpest. Gli ultras indosseranno la maglia 1899% antiviola e chiederanno, per un forte senso di simbolismo, una prestazione all’altezza di una finale ai propri beniamini. E poi, c’è l’allenatore, quel Dejan Stankovic già visto all’opera con scarsi risultati alla Sampdoria, ma che sa cosa vuol dire giocare al Franchi e affrontare una squadra italiana. Per diversi motivi, dunque, compito dunque mica facile per i toscani, che hanno però l’imperativo categorico di vincere per non mettere a repentaglio il primo posto in un girone di certo non insormontabile per i vicecampioni in carica.