Il weekend di Fed Cup appena terminato ha condannato l’Italtennis in gonnella al World Group II, ad una retrocessione che non capitava da ben 18 anni e che la Spagna ci ha ‘regalato’ con un sonoro 0-4 per mano di ingiocabili Garbine Muguruza e Carla Suarez Navarro. È ora di pensare al futuro, che forse non è così grigio.
I numeri e la classifica sembrano essere preoccupanti. Al momento attuale, dietro al nostro migliore quartetto di Fed Cup, composto da Roberta Vinci, Sara Errani, Francesca Schiavone e Karin Knapp, sembra esserci poco, quantomeno basandosi sulla mera lettura della classifica. Ci sarebbe Camila Giorgi, ma le recenti vicende poco felici che la vedono immischiata in un’inutile guerra di idee tra il padre e la Federazione (entrambi resisi protagonisti di dichiarazioni e comportamenti sopra le righe che mettono in torto entrambe le parti) la allontanano quantomeno dalla squadra nazionale. Inoltre Flavia Pennetta ha scelto il ritiro e dietro questo sestetto di nomi bisogna scendere fino oltre la 250esima posizione per scoprire un’altra azzurra.
Questo ciclo azzurro che si chiude ha portato 4 Fed Cup, 37 titoli WTA in singolare, 51 titoli WTA in doppio. Sempre in singolare, vanno aggiunti 2 tornei del Grande Slam (Roland Garros 2010 della Schiavone e recente Us Open della Pennetta), 3 finali, 3 semifinali e 16 quarti finali della stessa categoria. In più, tantissimi successi di altissimo livello in doppio, tra cui il Career Grand Slam di Errani/Vinci e le vittorie della Pennetta con la Dulko, che hanno portato tutte alla numero 1 dello specifico ranking.
La situazione del tennis in gonnella non è proprio così preoccupante come può sembrare, partendo da Errani, Knapp e Giorgi fino ad arrivare alle migliori giovani che possiamo schierare in campo. Inoltre, è un discorso vecchio e spesso ripetuto, ma è realtà dei fatti che le giocatrici italiane maturino e mettano sul campo il loro meglio quando tante altre giocatrici hanno superato il loro picco da anni. In Italia si lavora diversamente: il tennis italiano è in generale altamente tecnico, necessita di tanti anni di rodaggio prima di dare il proprio meglio; è molto meno fisico e di conseguenza più longevo e meno dipendente dalla prestanza fisica della tennista, naturalmente soggetta ad obsolescenza (per non dire “vecchiaia”, termine tanto odiate dal genere femminile).
Abbandoniamo quindi il tennis, l’organizzazione, i dollari, l’esposizione mediatica dei tornei WTA ed affrontiamo il cupo e difficile mondo dei tornei ITF, delle posizioni oltre la 250esima del ranking e delle lotte quotidiane di chi vuole ritagliarsi un piccolo spazio all’interno del tennis che conta. Ed in questo mondo di ottimi prospetti con bandiera italiana ce ne sono tanti.
Le giovani più promettenti
– Martina Caregaro: classe 1992, è la meno giovane di questa lista di speranze azzurre, ma i tanti anni persi a causa di infortuni permettono di considerarla tennisticamente più giovane della sua età anagrafica. A livello ITF è certamente una delle giocatrici più potenti, dotata di ottimi colpi su entrambi i fondamentali. Il 2015 è stato l’anno della rinascita, che le ha fatto guadagnare quasi 300 posizioni nel ranking. Nel 2016 deve ancora ingranare, ma è a ridosso del suo best ranking, attorno alla 250esima posizione. Capace di far partita alla pari con giocatrici ben più in alto in classifica, pecca ancora di alti e bassi, ma in giornata può essere devastante.
– Nastassja Burnett: anche la romana è classe 1992, ma nel suo più o meno recente passato è già riuscita ad issarsi nei pressi della top100 del ranking, con ottimi risultati anche a livello WTA, battendo peraltro anche Alizé Cornet al Foro Italico. Un grosso problema al gomito l’ha tenuta fuori praticamente un anno e per ora non è più riuscita a ritornare alle posizioni che le competono, bloccata poco fuori dalle prime 300. Il suo gioco, limitato nei movimenti, è fatto di una potenza devastante e di un rovescio di prima categoria. Nonostante l’altezza pecca ancora un po’ al servizio, ma il problema principale, al momento, sembra solo essere la fiducia in se stessa.
– Alice Matteucci: la 21enne azzurra sale sempre più piano rispetto ad altre colleghe (è di poco fuori dalle prime 300), ma la causa di questa complicata salita si ritrova nel complicato tennis di Alice. Sa fare tutto e lo sa fare bene: bene al servizio, brava a rete, solida in difesa ma precisa ed efficace in attacco. Sapendo fare e facendo tutto, avrà bisogno di più tempo per capire al meglio come sfruttare l’ampio bagaglio di armi a disposizione. Nel 2015 ha vinto due tornei $10.000, si è ben destreggiata in qualche $25.000 ed ha anche conquistato una semifinale WTA in doppio. Anche per lei 2016 complicato, a causa di un infortunio che l’ha tenuta ferma un paio di mesi.
– Cristiana Ferrando: forse la miglior sorpresa del 2015 e già discreta conferma anche nel 2016, in attesa di risultati che già nelle ultime settimane stanno per arrivare, la Ferrando, 21 anni, ha sfondato il muro della top400 quando nemmeno un anno fa era solo top800. Anche Cristiana si trova molto bene (e forse meglio) sul veloce e spesso fa tentativi in tornei di livello ben più alto della classifica di cui dispone. Il suo tennis è molto completo ed il suo fisico è ben predisposto al tennis di alto livello, manca un po’ di consapevolezza nei propri mezzi ed a volte è protagonista di passaggi a vuoto che più di una volta le sono costati il match. Ma il potenziale, soprattutto dalla linea di fondo, ci obbliga ad avere un po’ di pazienza. Un 2016 in crescita ha portato due finali nelle ultime due settimane, ma si attende la Ferrando a livelli più alti.
– Jessica Pieri: è lei la sorpresa più grande della seconda parte del 2015 e della prima parte di 2016. Era stata la sorella Tatiana, classe 1999, a mostrarsi al mondo prima di Jessica, ma è ora la sorella maggiore a distruggere le sue avversarie. Dall’essere senza ranking, grazie all’aiuto del padre allenatore ed in meno di un anno, è entrata in top400, ha vinto tre tornei $10.000, ha raggiunto altre finali, ha addirittura fatto finale nel $25.000 di Beinasco e sembra di un altro pianeta quando gioca da favorita. Minuta nel fisico ma grande nel tennis, e la trasferta in solitaria di un mese per tornei asiatici dimostra quanto voglia diventare grande, in tutti i sensi.
– Georgia Brescia: di soli 20 anni, la lombarda è un’altra tennista che nel 2015 ha sorpreso tanti tifosi guadagnando più di 300 posizioni nel ranking e vincendo ben 3 tornei $10.000 e dimostrando ottime cose anche a livello ben più alto. Solidità e costanza sono le sue armi principali, che ormai sono una certezza tra i $10.000 ma una ottima caratteristica anche un po’ più su. Le manca un po’ di killer istinct negli attacchi, ma l’infinita combattività ed il gioco quadrumane mettono spesso in difficoltà le avversarie. Nel 2016 è partita un po’ in sordina, ma ha ancora tutto il tempo, a partire dal Foro Italico, di dimostrare ancora una volta di che pasta è fatta. Anche lei si assesta per ora attorno alla 350esima posizione.
– Jasmine Paolini: una delle più forti ed una delle più fragili e sfortunate. Classe 1996, Jasmine Paolini continua a litigare con gli infortuni, che le fanno perdere mesi di ogni stagione, piuttosto che col suo tennis pulito, lineare ed efficace. Molto piccola, ricorda una Cibulkova un po’ meno potente ed un po’ più tattica: è una combattente, difende benissimo, sa attaccare e se la cava a rete. Le piace il cemento e le piace giocare i tornei di categoria più alta per sfidarsi contro le più forti. Nel 2016 è ripartita, faticando, dai $10.000, ma se il fisico la lascerà finalmente in pace, la Paolini sarà molto alla svelta tra le più forti.
– Bianca Turati: classe 1997, si sta per affacciare alla top400 dopo un ottimo 2015 fatto di tante vittorie. Il suo tennis è caratterizzato da estrema completezza, buona mano e soprattutto un rovescio ad una mano di fattura pregiatissima con cui sa fare assolutamente tutto (nonché bellissimo da vedere). Un tennis, il suo, molto divertente e di ottima qualità, grazie al quale ha già ottenuto vittoria contro pronostico contro giocatrici sulla carta ben più forti. Può avere anche il supporto della gemella Anna, anch’ella di grande valore, ma per ora un po’ più giù nel ranking.
– Angelica Moratelli: anche la Moratelli ha un’età tennistica ben diversa da quella anagrafica. Nel 2011, una splendida annata l’aveva portata a ridosso della top300 a soli 17 anni, ma tanti problemi fisici e non solo l’hanno fatta scomparire dal radar. Sul finale di stagione e soprattutto quest’anno, è tornata a grandi livelli, distruggendo la concorrenza nei $10.000 dove ha partecipato. Dall’essere senza ranking è già in scia alla top500 e senza punti da difendere potremo vederla molto presto ben più in alto. Fisicamente è perfetta per un tennis moderno, è alta, sa essere potente e le piace giocare sul cemento, e la sua potenza diventa efficace grazie a buoni ragionamenti sul campo. Bentornata Angelica.
I giovanissimi prospetti
– Tatiana Pieri ed Anna Turati: breve capitolo sorelle. Tatiana Pieri è classe 1999 e sebbene sia per ora quasi scomparsa dal circuito pro, a soli 15 anni fece una finale a Santa Margherita di Pula ($10.000) e fu in grado anche di passare un turno in un $25.000. Anche lei è allenata da padre, ha un dritto devastante nonostante il fisico minuto. In necessità di grossi miglioramenti sul rovescio, ha dalla sua l’età, l’aiuto della sorella e del padre ed un fisico ancora in evoluzione. Anna Turati invece è classe 1997, gemella di Bianca, ha al contrario della sorella nel dritto il suo colpo prediletto. Non ha ancora dimostrato grandi exploit, ma piano piano sta salendo nel ranking e più di una volta ha superato avversarie di maggiore caratura, almeno sulla carta.
– Federica Bilardo e Liudmila Samsonova: classe 1999 la prima e classe 1998 la seconda, hanno in comune l’aver dimostrato, almeno in una delle rare occasioni in cui ne hanno avuto l’occasione, il loro potenziale. La Bilardo ha giocato sei tornei nel 2015 (anche perché in quanto 16enne ha giocato molto a livello junior), ma ha ottenuto una semifinale ed una finale in due tornei di Solarino, sul veloce. La Samsonova, invece, al quarto torneo in carriera, quando era 15enne, ha sbaragliato la concorrenza e vinto il 10k di Roma e più recentemente ha dimostrato il suo valore in serie A e agli Us Open junior dove ha superato la Robillard-Millet. Picchi di una giovanissima carriera, che le ha già viste attorno alla 800esima posizione del ranking. Entrambe sono fisicamente molto dotate e sono obbligatoriamente da tenere d’occhio già da quest’anno.