La notte di Singapore si è tinta di rosso, finalmente è il caso di dire. La Ferrari ha spezzato il dominio Red Bull, magra consolazione vista la stagione che fin qui si è dipanata in F1, ma al contempo nasce da qui una grande speranza per un futuro migliore. Non tanto per il 2023, anche se vincere aiuta a vincere e si può pensare di prolungare il più possibile la ricerca del terzo titolo di Verstappen, oltre a puntare al secondo posto nei costruttori che sarebbe un discreto risultato viste le premesse, ma soprattutto per il progetto del 2024 che a questo punto ha l’obbligo di essere vincente o di rendere la vettura di Maranello almeno in grado di competere in ogni gara.
Per il momento, il Cavallino si tiene il ritorno alla vittoria dopo 434 giorni e 26 gare di digiuno, con un Carlos Sainz semplicemente eroico, oltre che geniale per come ha deciso di rischiare dando DRS a Norris, conscio che però non avrebbe avuto il colpo per passarlo, in modo tale da provare a tener dietro così anche Russell, in rimonta con la Mercedes visionaria e coraggiosa, ma non premiato fino in fondo, lui alla guida dell’altra vettura performante a Marina Bay. Non la Red Bull, per la quale è doveroso aprire un inciso: ci hanno abituato troppo bene, ma in questa prima trasferta asiatica gli austriaci sono colati a picco, innanzitutto non essendo per la prima volta la prima forza in pista già dalle libere, poi con le qualifiche disastrose di Verstappen e Perez, quindi con una tattica sulla difensiva e attendista in gara, che solo casualmente ha fruttato per l’olandese un quinto posto frutto anche di ritiri e condizioni favorevoli. Per chi ha vinto dodici gare di cui undici di fila e ha totalizzato altri due secondi posti, fare P5 non deve essere certo un problema, a meno che non si finisca per leggere in questo weekend nero un sintomo di qualcosa che scricchiola, anche in virtù della nuova direttiva.
Già, Suzuka sarà la prova del nove col suo circuito a otto, ma è soprattutto la Ferrari a dover farci capire qualcosa. Certi che la Red Bull tornerà a fare la Red Bull, ci chiediamo se questa vittoria della Ferrari, anzi di Sainz, perché per Leclerc è stata un’altra gara difficile da sopportare, lui che si sente ed è riconosciuto come prima guida ma che in questa fase deve fare da scudiero al compagno spagnolo per due appuntamenti di fila, sia frutto del puro caso o dimostra, insieme al buono terzo-quarto di Monza, che la Rossa si è avvicinata tanto alla Red Bull ed è ora finalmente in grado di approfittarne quando c’è la possibilità. E’ Sainz l’uomo copertina, Leclerc però sarà motivato in Giappone per il pronto riscatto: alla Ferrari l’onere di dimostrare che non è stato solo un fuoco di paglia.