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Riparte la Coppa Davis, competizione carica di storia e fascino. Lo scorso anno il Canada ha vinto a sorpresa dopo essere stato ripescato a causa della squalifica della Russia. I nordamericani hanno sollevato la prima, storica, “insalatiera” con una formazione fatta per quattro quinti da giocatori che, oggi, scenderanno in campo contro l’Italia: Denis Shapovalov, Vasek Pospisil, Gabriel Diallo e Alexis Galarneau. A questi si unisce Kelsey Stevenson, trentatreenne numero 899 della classifica ATP. Il grande assente è, ovviamente, Felix Auger-Aliassime, che lo scorso anno trascinò i compagni vincendo cinque partite su sei (l’unica sconfitta arrivò nel girone contro il coreano Kwon, a sorpresa). Ora, però, l’ex numero 6 al mondo sta vivendo una fase delicata in termini di prestazioni e non sembra in grado di poter uscire da un momento di crisi che, da aprile, lo ha visto vittorioso solamente in due incontri su undici disputati. Difficile decifrare anche la situazione Shapovalov, convocato ma non certo di poter scendere in campo.
Sembra lontanissima la semifinale dello scorso anno contro l’Italia, visto anche l’organico azzurro decisamente rimaneggiato rispetto a quello sceso in campo a Malaga: Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi come singolaristi, Andrea Vavassori e Simone Bolelli come doppisti. Sulla carta i giocatori italiani sembrano più preparati a conquistare il successo rispetto agli avversari, ma la Davis è un ambiente particolare, in cui anche un giocatore poco abituato a palcoscenici di livello può esaltarsi. Guai a sottovalutare il livello dei campioni in carica: l’orgoglio potrebbe avere la meglio e la situazione per i nostri potrebbe complicarsi.
Si tratta del quarto scontro in assoluto tra le due nazionali. L’Italia, nei tre precedenti, ha sempre perso (2013, 2019, 2022). Lo scorso anno fu fatale la sconfitta del doppio deciso all’ultimo minuto: Berrettini/Fognini contro la coppia Auger Aliassime/Pospisil. I canadesi si imposero in due set e la vittoria spalancò la via per la finale. Sulla carta le due nazionali si contenderanno il primo posto del gruppo A, ma attenzione al Cile, possibile outsider, carico dopo la vittoria sulla Svezia all’esordio.
Per questo primo confronto dovrebbero giocare i tennisti azzurri più esperti e più avanti nel ranking: Musetti e Sonego, con Arnaldi pronto a subentrare magari nelle prossime sfide. Soprattutto il torinese lo scorso anno fu un prezioso singolarista, decisivo nelle vittorie contro Croazia e Stati Uniti, oltre che autore dell’unico punto italiano nella semifinale proprio contro i canadesi, quando batté Denis Shapovalov. Sonego è un “animale da Davis”, un giocatore pronto a dare tutto per i colori della nazionale quando chiamato in causa, una vera e propria garanzia. Musetti e gli altri sono ottime “seconde scelte”, in mancanza di Berrettini e Sinner. Vantiamo una squadra forte, preparata e desiderosa di migliorare il risultato dell’anno scorso. Ripartiamo in questa edizione della Coppa Davis da una semifinale raggiunta e una finale sfiorata. A distanza di 47 anni dall’unico successo italiano nella “coppa del mondo” del tennis, chissà che questo girone non possa essere l’inizio di un’altra cavalcata storica per l’Italia. La sorte ci ha messo di fronte ai canadesi, ultimi avversari in ordine di tempo, agli svedesi, sui quali potremmo raccontare tanto (chiedere a Gaudenzi che ricordi ha di Norman nel ’98), e soprattutto al Cile, che proprio nel ’76 fu l’avversario degli azzurri in finale. La storia della competizione non è sempre stata dalla nostra parte, ma questa è una nazionale forte, che saprà farci divertire.
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