Olimpiadi Parigi 2024

Parigi 2024, Malagò: “Tamberi portabandiera? Non c’è solo lui”

Giovanni Malagò
Giovanni Malagò - Foto LiveMedia/Tommaso Berardi

“Le premesse, da Tokyo a Parigi, sono positive ma è tutto da dimostrare. Ai Mondiali di atletica la Francia, con il mondo delle ex colonie e gli atleti con il doppio passaporto, ha vinto una sola medaglia, e la Germania ha chiuso con zero medaglie, oggi la competizione è diventata micidiale. Noi in questi 4 anni sapevamo che molti ci aspettavano per dire che Tokyo era stato un bluff, la speranza è prendere una medaglia in più”. Così Giovanni Malagò, presidente del Coni, ai microfoni di Radio Tv Serie A fissa l’obiettivo dell’atletica per le prossime Olimpiadi di Parigi 2024.

Poi, sul risultato dei recenti Mondiali di Budapest, evidenzia come “abbiamo vinto quattro medaglie, solo due volte avevamo fatto meglio quindi siamo nella giusta direzione. Non c’è nessun altro sport che ha questa moltitudine di nazioni sul podio. Questo perché l’atletica è lo sport universale. La forza di un Paese non si conta solo dalle medaglie che vinci, ma da quanti si piazzano nei primi otto”, conclude Malagò.

Nel corso dei prossimi mesi uno dei temi più d’attualità sportiva sarà su chi ricoprirà il ruolo di portabandiera a Parigi il prossimo luglio. “Sono molto legato a Tamberi da stima e amicizia, ma oggettivamente non credo sia il solo che possa essere il nostro portabandiera visti i curricula. Al tempo stesso il Cio chiede, laddove è possibile, di avere un uomo e una donna. Pertanto: i Giochi sono nel 2024 e oggi siamo ad agosto 2023, ma c’è una giunta Coni che voterà su proposta del presidente. Diamo tempo al tempo e vediamo che succede”. 

Infie, Malagò si è soffermato sull’addio di Roberto Mancini alla panchina della Nazionale azzurra: “Mi sono adoperato per far sì che lui allenasse l’Italia e credo sia stata una scelta riuscita. Dopo il trionfo dell’Europeo è stato sulla panchina di una squadra che non ci si aspettava non sarebbe andata al Mondiale ma la federazione gli ha dato fiducia rinnovandogli il contratto. Con tutto il rispetto la motivazione non può essere legata allo staff. Mancini mi sembra molto contento della scelta di vita quindi, salvo i giudizi, penso che sia stato fatto un errore di tempistica perché il momento in cui si fanno e si dicono certe cose a volte è più importante”.

Sul successore, ovvero Luciano Spalletti, Malagò aggiunge che “la Federcalcio ha consegnato le chiavi del volante a un tecnico per il quale i risultati parlano da soli e con una motivazione formidabile, anche con situazioni economiche non certo peggiorate”.

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