La sezione del Collegio di Garanzia dello Sport sulle controversie in tema di ammissione ed esclusione dalle competizioni professionistiche ha “accolto, nei sensi di cui in motivazione”, il ricorso presentato dal Perugia contro Figc, Lega di B e nei confronti del Lecco per “l’annullamento del comunicato ufficiale della Federazione” relativo alla “conseguente ammissione” della società lombarda al prossimo campionato di serie B. Il Perugia chiedeva poi l’annullamento del parere favorevole della Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi prot. 1596/2023 del 6 luglio 2023 con oggetto “Licenze Nazionali 2023/2024 – Ricorso Calcio Lecco 1912 S.r.l.”; (iii) del verbale del Consiglio Federale F.I.G.C. del 7 luglio 2023; (iv) del verbale e di tutti gli atti istruttori della Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi inerenti al ricorso del Calcio Lecco 1912 s.r.l.; (v) della relazione della Lega Nazionale Professionisti Serie B prot. n. 861 del 27 giugno 2023 con oggetto “Sistema Licenze Nazionali 2023/2024 Serie B – Criteri Infrastrutturali”; (vi) di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente e, comunque, per l’accertamento della mancanza, in capo al Calcio Lecco 1912 s.r.l., entro il termine perentorio del 20 giugno 2023, del requisito dei criteri infrastrutturali previsto dal Comunicato Ufficiale n. 66/A del 9 novembre 2022 ai fini della dell’iscrizione al prossimo Campionato di Serie B 2023/2024″.
Respinto il ricorso della Reggina, dichiarato “in parte inammissibile e in parte infondato”. Un no alla richiesta di annullamento della nota con la quale la Covisoc aveva rilevato a carico del club “il mancato rispetto di alcuni dei criteri legali ed economico finanziari previsti per l’ottenimento della licenza nazionale ai fini dell’ammissione al campionato di Serie B 2023-2024”. Respinto anche il ricorso del Siena (escluso dalla serie C 2023-24), dichiarato inammissibile quello del Foggia (sempre contro l’ammissione del Lecco alla prossima serie B). Entro pochi giorni sono attese le motivazioni. Per i club resta ora la possibilità di rivolgersi al Tar del Lazio e al Consiglio di Stato.