L’edizione 2023 di Wimbledon entra sempre più nel vivo e al termine della giornata odierna avremo entrambi i tabelloni di singolare allineati alle semifinali per quello che si prospetta un fine settimana in cui gli occhi di tutti gli appassionati sportivi saranno sul Centre Court dell’All England Lawn Tennis & Croquet Club. L’attesa in chiave azzurra – naturalmente – è tutta per Jannik Sinner alla sua prima semifinale slam e a un nuovo rematch contro Novak Djokovic a dodici mesi di distanza dal quarto di finale dell’anno passato. Ma questa è una storia da approfondire venerdì.
Quindi, venendo ad oggi, il piatto forte non può che essere la sfida tra ’03 che vedrà in campo Carlos Alcaraz e Holger Rune. Due amici e rivali sin dai tempi dei tornei Tennis Europe Under 14 in cui erano identificati tra le maggiori promesse del tennis europeo. Molto spesso è difficile trarre indicazioni su un eventuale futuro professionistico di coloro che giocano e/o vincono a livello Under 18, figurarsi che valenza possono mai avere le competizioni U14 o U16. E invece questi due fenomeni, di cui appunto si parla tanto ormai da anni, sono riusciti a convivere con la pressione delle aspettative e ad arrivare nel gotha del tennis mondiale. Ora, si ritrovano nei quarti del torneo più prestigioso del mondo: Rune cerca la sua prima semifinale in uno slam, mentre Alcaraz oltre all’indiscutibile talento tecnico dimostra settimana dopo settimana di essere un fenomeno nell’apprendimento. Notevoli i miglioramenti messi in mostra quest’anno sull’erba e che lo portano ad essere anche il favorito di questo incontro.
L’altro quarto maschile, in programma sul N°1 Court, è per certi versi sorprendente. Non tanto per Daniil Medvedev, che comunque su questi prati di certo non ci nasce. E’ infatti la prima volta che si spinge così in fondo nel torneo dopo l’ottavo di due anni fa. Ma senza ombra di dubbio la presenza che fa più scalpore è quella di Chris Eubanks, un ragazzo che fino a due settimane fa il tabellone principale di Wimbledon neanche l’aveva mai giocato prima dopo aver perso nelle qualificazioni ben quattro volte (vincendo tra l’altro solo due partite). E invece il 27enne di Atlanta, professionista solamente dal 2017 dopo aver terminato il suo percorso universitario a Georgia Tech, si ritrova improvvisamente, nelle ultime tre settimane, ad aver conquistato il suo primo titolo ATP, poi i quarti a Wimbledon e un ranking che ormai lo vede proiettato verso i primi 30. Non male per chi non era mai entrato nella top-100 della classifca mondiale fino a tre mesi fa. Ha conquistato anche il pubblico, Eubanks, con il suo rovescio a una mano e un volto sempre sorridente che non può non suscitare simpatia. Continua a godersi il momento e a giocare su una nuova, il buon Chris…e chissà che non possa arrivare un’altra sorpresa…
In campo femminile alla vigilia erano tre le grandi favorite per il successo finale, ovvero le tre che hanno fin qui dominato questi primi sei mesi di stagione. Con l’uscita di scena a sorpresa di Iga Swiatek ora il macigno se lo dividono le spalle di Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina, che potrebbero dare vita ad un’entusiasmante semifinale. Prima, però, ci sono da superare i quarti. La bielorussa punta alla quarta semifinale consecutiva in uno slam. Una striscia aperta che è iniziata lo scorso Us Open. Di fronte si ritroverà contro una rediviva Madison Keys, che nonostante i 28 anni d’età può ormai essere considerata una veterana del circuito considerato che i suoi primi incontri da pro risalgono addirittura al 2009. In questi 14 anni di carriera è arrivata una finale slam (persa nel derby contro Stephens a NY) e altre quattro semifinale, ma nessuna ai Championships. La statunitense proverà a sfatare questo tabù in un match in cui di certo la pallina tenderà ad uscire con una certa velocità dalle corde delle due protagoniste.
Jabeur-Rybakina è invece il rematch della finale dello scorso anno, quando la kazaka concluse nel migliore dei modi quelle due settimane da favola da cui è partita a tutti gli effetti la sua carriera ad altissimo livello. Da quel trionfo (che non le diede punti per il ranking) è arrivata poi una finale agli Australian Open e i primi due successi 1000 a Indian Wells e Roma. Nell’ultimo periodo la spalla le ha dato qualche fastidio di troppo, ma arrivati a questo punto l’allieva di Stefano Vukov ha nel mirino solamente la difesa del titolo. Ons Jabeur, però, sui prati ci sa giocare alla grande e vuole prendersi la rivincita del 2022.