Dopo una prima settimana di pioggia, rinvii, spostamenti e quant’altro il torneo di Wimbledon può finalmente entrare nel vivo e i quarti di finale possono prendere il via esattamente come da programma originario. È la giornata di Jannik Sinner, che può per la prima volta nella sua giovane carriera raggiungere una semifinale a livello slam, ma si gioca anche l’altro quarto della parte bassa di tabellone, ovvero quello che vedrà opposti Novak Djokovic e Andrey Rublev.
Il serbo torna in campo per il terzo giorno di fila dopo la sospensione e prosecuzione del suo incontro di ottavi contro un Hurkacz che lo ha fatto tremare in più di un’occasione sotto le sue prime di servizio. Alla fine il numero due del seeding è riuscito a venirne fuori dimostrandosi come sempre impenetrabile nei momenti decisivi e conquistando il quarto di finale n°14 ai Championships.
Ciò che deve preoccupare Rublev – tra le altre cose – è che nelle tredici precedenti occasioni solo due volte la corsa del serbo si è poi effettivamente fermata ai quarti. Nell’ormai lontanissimo 2009 venne sconfitto in quattro set da Tommy Haas, mentre nel 2017 fu costretto al ritiro sotto di un set e di un break contro Tomas Berdych. Questa contro il ceco è anche l’ultima sconfitta che Nole ha patito presso l’All England Lawn Tennis & Croquet Club, dando vita dal 2018 ad oggi ad una striscia aperta che ha raggiunto quota 28 vittorie. Dopo Cachin, Thompson, Wawrinka e il già citato Hurkacz il prossimo ostacolo è il russo numero sette del ranking ATP.
Un ragazzo arrivato giovane ad alti livelli sul circuito maggiore ma che da allora ha un po’ reincarnato l’essenza del tennista costante ma senza picchi elevati di rendimento. D’altronde, il suo score nei quarti di finale a livello slam è lì a dimostrarlo: sette volte ha avuto l’opportunità di raggiungere per la prima volta una semifinale e in tutte e sette le occasioni è stato sconfitto.
Quest’anno è già successo a Melbourne esattamente contro l’avversario che si troverà di fronte anche quest’oggi e che conduce tre a uno nei precedenti. Il serbo si è sempre imposto quando si è giocato su campi veloci, mentre l’unica vittoria del russo è arrivata sulla terra rossa di Belgrado quindici mesi fa. Un match anche difficile da prendere in considerazione, contro un Djokovic che era alle prime partite dell’anno dopo il caos in Australia e la mancata partecipazione anche ai due 1000 americani perché non vaccinato. In condizioni fisiche ottimali e a maggior ragione su un Centre Court che è ormai diventato una seconda casa per Djokovic, il classe ’97 di Mosca non sembra avere la armi né da un punto di vista tecnico né mentale per poter impensierire un Nole che vuole avvicinarsi sempre più all’ottavo trionfo a Church Road.