Pierre Kalulu si è raccontato in una lunga intervista a Rivista Undici, raccontando anche dei momenti più importanti vissuti fin qui in rossonero: “Quando sono arrivato è stato Maldini ad aiutarmi, mi ha spiegato quanto conta il calcio in Italia. Il tifo è pazzesco, la gente ti ama davvero. Quando andavamo in trasferta lui era sempre il più acclamato, anche se ha smesso di giocare più di dieci anni fa”. Poi sull’arrivo a Milano: “Non giocavo da tempo, visto che c’era stata la pandemia. L’unica cosa che pensai era ‘finalmente posso tornare a giocare a calcio’. Qui sono cresciuto in tutto: velocità, spontaneità di gioco e anche a livello mentale. So che posso ancora migliorare sotto diversi aspetti”.
Infine sui ricordi del Mondiale 2006, in cui la sua Francia perse contro l’Italia, affermò: “L’ho guardata a casa dei miei cugini, è stata l’unica partita di quel Mondiale che ho visto veramente, dal primo all’ultimo minuto, ero piccolo, avevo solo sei anni. Non capivo tutto, ma ricordo la sensazione di vedere tutti i miei parenti con un po’ di paura, tensione, eccetera… Lì ho capito che il calcio è una cosa che ti fa sentire vivo. Forse è per questo che sono diventato un calciatore”.