Nessuno orchestra più attacchi (734), calcia più in porta (193), distribuisce palla con più precisione (90.4%) del Manchester City nella Champions League 2022/2023. Che la macchina di Pep Guardiola sia vicina alla perfezione non è di certo una notizia. Poi però c’è l’altra faccia della medaglia da considerare alla vigilia della finale di Istanbul contro l’Inter. Nessuno infatti recupera più palloni (461) e vince più tackle (179) della squadra di Simone Inzaghi che è anche la seconda per duelli vinti (600) dell’intera competizione. Insomma, i numeri sembrano riservare il classico più antico del calcio: la squadra più bella e brava contro quella che prova a colmare il gap tecnico con cuore e sacrificio. Di certo, purtroppo, non è la sfida tra miglior attacco contro miglior difesa. Se è vero che l’Inter ha mantenuto la porta inviolata in otto delle ultime 11 partite europee (cinque su sei nella fase a eliminazione diretta), è ugualmente vero che ha subito dieci gol in questa edizione, il doppio rispetto al Manchester City. Insomma, la squadra di Guardiola è completa e non a caso in patria più di qualcuno scomoda già la definizione di “miglior squadra inglese di sempre”.
Poi però c’è una scacchiera di 90 e forse più minuti da seguire per Pep Guardiola e Simone Inzaghi. E tutto può succedere. L’allenatore piacentino conferma la difesa (Darmian, Acerbi, Bastoni) e le fasce (Dumfries-Dimarco). E sembra ormai aver sciolto i principali dubbi: Dzeko è in vantaggio su Lukaku. Brozovic lo è su Mkhitaryan, al rientro da un infortunio. Sia il belga che l’armeno avranno spazio nel corso della ripresa. L’attaccante bosniaco è stato il prescelto di questa Champions, ma allo stesso tempo il momento di forma di Lukaku e l’intesa di Big Rom con Lautaro sono fattori che non possono essere sottovalutati. Da aprile Lukaku e Lautaro sono i due giocatori che hanno preso parte a più gol nei cinque maggiori campionati europei in tutte le competizioni. L’argentino è a quota 11 gol e 4 assist, il belga a 9 reti e 6 passaggi vincenti. Più di Erling Haaland, principale pericolo dell’Ataturk Arena, che nel periodo di riferimento ha trovato 10 gol e 4 assist. L’Inter si presenta ad Istanbul a caccia della cifra tonda: 199 i gol segnati fin qui nella sua storia in Champions. Il 200esimo può essere storico.
Servirà però la prestazione perfetta, con la consapevolezza che il dispendio di energia sarà massimo (e già normalmente è alto per il gioco di Inzaghi). Ecco perché probabilmente Mkhitaryan andrà verso la panchina. Già nella scorsa stagione, in finale di Conference League con la Roma, l’armeno recuperò all’ultimo e provò a partire dall’inizio, ma la sua partita durò solo 17 minuti per una ricaduta. Inzaghi non può permettersi di rischiare e prepara la cerniera composta da Barella, Brozovic e Calhanoglu. La conclusione dalla distanza è un fondamentale nelle corde dei giocatori nerazzurri e può essere un’arma su cui puntare in una stagione che ha visto l’Inter segnare 18 dei suoi 19 gol di Champions dentro l’area di rigore. Un solo gol dalla distanza, contro i 4 dei Citizens. Di punti deboli il City ne ha pochi, per segnare può essere necessario anche forzare l’estro dei singoli e puntare sulla giocata individuale. Un po’ come il gol di Calhanoglu al Barcellona, quello che ha cambiato il verso della stagione europea. La quarta Champions può diventare un sogno concreto, ma servirà anche il coraggio di osare.