Giuseppe Galluzzi, Fulvio Bernardini, Bruno Pesaola, Nándor Hidegkuti, Giuseppe Chiappella, Mario Mazzoni, Claudio Ranieri, Roberto Mancini. E forse Vincenzo Italiano. Se l’elenco degli allenatori ad aver vinto almeno un trofeo con la Fiorentina potrà arricchirsi di un nuovo nome, lo scopriremo stasera, quando alle 21:00, in quel di Praga i viola di Vincenzo Italiano contenderanno al West Ham la Conference League. La Fiorentina non vince un titolo europeo dalla Coppa delle Coppe 1960/61 e in generale non vince un trofeo dal 2001. Dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia con l’Inter, la sensazione è che per i viola l’occasione sia gigantesca per interrompere il digiuno e rivolgere lo sguardo al futuro con maggiore serenità. L’era Commisso può spiccare finalmente il volo nell’anno dell’inaugurazione del Viola Park. La base del resto non manca. La Fiorentina ha il miglior attacco del torneo con 36 gol in 14 partite, con 259 conclusioni (almeno 80 più di ogni altra squadra) verso la porta. Se al Franchi, spesso e volentieri, la Fiorentina non ha convinto in campo europeo, in trasferta invece è riuscita ad esaltarsi (15 gol in 4 sfide ad eliminazione diretta).
Il principale ballottaggio per Praga riguarda il centravanti: il capocannoniere della competizione Arthur Cabral (7 gol) o Luka Jovic (6). Nell’ultima giornata di campionato Cabral è stato il prescelto dal 1′, mentre Jovic è rimasto a riposo. Può essere un indizio di formazione, ma la staffetta nel corso dei 90 (o forse più) minuti sarà inevitabile. Gonzalez, Bonaventura e Kouame sono pronti ad agire alle spalle dell’unica punta, mentre Ikone è visto come uomo ideale per spaccare il match in corso d’opera. Mandragora e Amrabat partiranno dal 1′ a centrocampo. Tra le altre statistiche, la Fiorentina è anche prima in Conference per palloni recuperati (575). Pochi dubbi invece in difesa: Dodo, Milenkovic, Igor e Biraghi i titolari a protezione di Terracciano. Per il resto, spazio al campo e quindi ad una partita a scacchi con Italiano pronto a giocare le sue mosse. L’allenatore è nel mirino del Napoli, ma del futuro c’è tempo per parlarne. Prima c’è una finale che può dare lo slancio alla storia di un club e alla carriera di un allenatore.