Dalle motivazioni della sentenza della Corte d’Appello della Figc sul caso plusvalenze che ha portato a -10 punti in classifica di penalizzazione per la Juventus, emerge come la CAF abbia negato sconti nel redigere il dispositivo di sentenza legati a possibili attenuanti chieste dal club bianconero. Gli avvocati della società piemontese sottolineavano come ci fossero i presupposti per richiedere le attenuanti per due casi, “aver adottato il modello di prevenzione e la nomina dell’organismo di garanzia” e “le dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione all’emergere della vicenda”.
La Juventus ha però presentato il modello di prevenzione soltanto in ultima istanza, dunque dinnanzi al Collegio di Garanzia dello Sport, ma non nei precedenti gradi di giudizio, e per questo motivo non si può prendere in considerazione il documento a livello di rito processuale, ma anche nel merito perché la CAF dubita dell’“idoneità ed efficacia del modello, attesa la gravità dei fatti per i quali si è formato un giudicato di condanna in sede sportiva”.
E sul fronte delle dimissioni della governance bianconera, viene invece spiegato come sia arrivata troppo tardi rispetto alla data del deferimento, 1 aprile 2022 contro 28 novembre dello stesso anno: “Nella fattispecie in esame, per contro, il deferimento reca la data del 1° aprile 2022, mentre l’atto di dimissione dell’intero CdA è intervenuto il 28/11/2022, quando il processo sportivo era da tempo iniziato”.