“Sono da poco nel calcio che è il gioco più bello del mondo ma è l’industria più difficile perché secondo me deve ancora crescere. Il calcio italiano è un colabrodo e io ho una piccola ricetta: la sostenibilità”. Queste le dichiarazioni del presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, nel corso della cerimonia del premio MCL “Inside the Sport” organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori, con il patrocinio e supporto USSI, in svolgimento questo pomeriggio al Museo del calcio di Coverciano. Per il patron granata “bisogna controllare bene i conti perché tante volte si dice che è colpa dei presidenti, delle società ma è colpa anche dei dirigenti, dei giocatori, dei controllori e di un po’ di tutti. E’ un ecosistema che va molto male”. Un aiuto può arrivare dalla tecnologia “anche nei ricavi con gli Nft e il metaverso – ha aggiunto Iervolino -. C’è poi anche il sociale. Spesso ci si dimentica del risvolto sociale, bisogna stare attenti alle parole e bisogna sposare di più la rotondità che l’aggressività. C’è poi anche l’interconnessione: se va male la piccola, va male anche la grande”.
La Premier League è un modello per la redistribuzione delle risorse visto che in Italia “ognuno pensa al proprio orticello, a prendere un milione o due milioni in più a discapito dell’altro, c’è una competizione feroce”. Di conseguenza, secondo Iervolino “bisogna ammodernare la Lega, che è la casa della discordia, in cui tutti i presidenti in maniera tribale devono cercare di non dare mai il passo ad un altro – ha aggiunto – Non c’è coesione, non c’è sintesi di veduta, c’è un gioco col coltello fra i denti a chi è più maschio, più gorilla. La Lega sta perdendo solennità, è un consesso ormai debole che poco è aderente alle esigenze attuali. Dobbiamo ritrovare una grande coesione perché è l’unica per rilanciare, altrimenti questo calcio avrà un fiato corto ed è un peccato perché è il gioco piu’bello del mondo e l’Italia è il campionato più bello del mondo“. E su Paulo Sousa. “Noi siamo contenti di lui. Quando l’abbiamo chiamato pensavamo che era l’allenatore giusto al posto giusto”, ha concluso il presidente della Salernitana.