Serie A

Juventus, adesso l’Europa (sul campo) è sicura ma il futuro è da scrivere: ecco i possibili scenari

John Elkann
John Elkann - Foto LiveMedia/Nderim Kaceli

Con la vittoria dell’Inter sulla Fiorentina, la Juventus è aritmeticamente qualificata per le coppe europee della prossima stagione. Nonostante il -10 in classifica, la squadra di Massimiliano Allegri, attualmente settima a quota 59 punti, ha infatti sette punti di vantaggio sul Monza ottavo a due giornate dalla fine e dunque è certa quantomeno di giocare la Conference League. In caso arrivasse quinta o sesta si qualificherebbe per l’Europa League, mentre nel caso in cui rimanesse settima a fine campionato l’anno prossimo sarebbe costretta a giocare la terza coppa per ordine di importanza. Questo sulla carta, poi sappiamo che la situazione è fluida e possono accadere vari scenari. Andiamo a snocciolarli.

Partiamo dal caso plusvalenze: la Corte Federale d’Appello ha inflitto lo scorso lunedì 10 punti di penalizzazione ed entro la settimana prossima sono attese le motivazioni. Il club bianconero, entro 30 giorni dal momento in cui vengono pubblicate, potrà ricorrere nuovamente al Collegio di Garanzia dello Sport. Ma le chances di successo sono inesistenti, vicinissime allo zero visto che la Corte, presieduta da Ida Raiola, sembra aver seguito alla lettera le indicazioni del terzo ed ultimo grado di giustizia sportiva rivalutando i sette dirigenti senza potere di firma, da Nedved in giù, prosciogliendoli e di conseguenza abbassando la penalizzazione da 15 a 10 punti, come chiesto dal Collegio di Garanzia.

In più giovedì 15 giugno si aprirà il secondo processo con dentro ben tre capi d’accusa nei confronti della Juventus e dei suoi dirigenti: la manovra stipendi, il rapporto con gli agenti e le partnership sospette con altre sei società (Atalanta, Bologna, Cagliari, Sampdoria, Sassuolo, Udinese). Il Tribunale Federale Nazionale ha già fissato l’udienza proprio per il 15 giugno e in quel giorno dovrebbe arrivare la sentenza con una nuova penalizzazione praticamente certa, anche se la partita sul quando verrà inflitta – se in questo campionato o il prossimo che deve cominciare – è tutt’altro che decisa.

Ma questo processo partirà? O la Juventus prima di quella data deciderà di patteggiare? La domanda è legittima perché il club bianconero, accettando di patteggiare un terzo della pena, potrebbe chiudere già tutto in questa stagione (ovvero gli eventuali punti di penalizzazione andrebbero messi nella classifica di questo campionato) così da chiudere questa brutta pagina e ripartire da zero. Ma è chiaro che si deve trovare un accordo: la Procura Figc difficilmente accetterà una sola ammenda, ma vorrà infliggere anche qualche punto di penalizzazione. E poi l’eventuale accordo deve essere portato al vaglio del presidente della Figc, Gabriele Gravina, e della Procura generale dello Sport, per il loro benestare.

Infine, ma questione tutt’altro che secondaria, è il ruolo dell’Uefa. Il massimo organismo calcistico europeo è indipendente e potrebbe intervenire con qualsiasi tipo di sanzione: esclusione da tutte le Coppe per 1, 2 o anche più anni. Oppure il blocco del mercato in entrata per una, due o più sessioni. La Juventus, in caso patteggiasse, è chiaro che vorrebbe chiuderla quest’anno anche per quanto riguarda le eventuali sanzioni dell’Uefa. Ma la sensazione è che la partita sia appena cominciata e per arrivare al 90′, o anche al 120′ più calci di rigore, di tempo ce ne vorrà. Proprio per questo motivo dietro la Juventus, in classifica, possono sognare l’Europa. La lotta all’ottavo posto è più viva che mai: Monza, Torino, Fiorentina e Bologna, quattro squadre in due punti. L’ottavo posto, a giugno inoltrato, può diventare l”ultimo posto buono per agganciare il treno Conference League. In questa pazza primavera che per i tifosi juventini sta diventando una vera e propria Via Crucis. 

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