Ciclismo

Giro d’Italia 2023: trattative e compromessi, non è questo il vero ciclismo. E la tappa più bella è falsata

Geraint Thomas
Geraint Thomas - Foto LiveMedia/Andrea Amato

Trattative, compromessi, sindacati che mettono i piedi in testa a RCS, che a sua volta cerca di salvare il salvabile. E soprattutto, una tappa mutilata e falsata per un po’ di pioggia e condizioni viste già anno dopo anno senza che si dovesse arrivare a tanto. Non c’era un reale pericolo per la sicurezza dei corridori, non c’erano particolari avversità tali da rendere la tredicesima tappa da Borgofranco d’Ivrea a Crans Montana un ostacolo all’incolumità dei corridori.

Così non è più vero ciclismo, così non ha senso. Da 199 a 75 km, via il Gran San Bernardo, ma resta la Croix de Couer quantomeno. Frutto di trattative tra i ciclisti, che per il 90% hanno presentato un’istanza per stravolgere la tappa in nome di presunte condizioni atmosferiche avverse, già fin dalla serata di ieri. Oggi, nuove rimostranze, e Mauro Vegni ha dovuto cedere, anche se solo in parte. La richiesta è parzialmente accettata, ci saranno 75 km comunque emozionanti anche se la frazione è monca e perde senso affrontare salite così dure da freschi dopo il tratto in pullman anziché con 125 km sulle gambe.

C’è chi dice no, come il medico del Giro che riteneva ci fossero tutte le condizioni per correre, o Gianni Moscon che si espone e si piazza nel 10% di chi non voleva mutilare la tappa: “Non ce lo ha detto il medico di fare i ciclisti professionisti. Ok maltempo e stanchezza, ma potevamo correre”.

E le parole di Adam Hansen, presidente dell’associazione dei ciclisti professionisti, suonano vuote e stucchevoli: “Per fare chiarezza dal punto di vista dei corridori, le condizioni meteorologiche vissute durante il Giro di quest’anno sono state tra le più intense. Ieri sera i ciclisti hanno votato per invocare il protocollo per condizioni meteorologiche estreme. Il processo di voto è stato condotto in forma anonima, con oltre il 90% dei corridori a favore. Io e La Cpa sosteniamo la loro decisione. Se qualcuno non è d’accordo con questa scelta, me ne caricherò il prezzo. Quindi criticate me, non i ciclisti”. Doveva essere una delle tappe più epiche della storia del Giro, verrà ricordata per delle ore francamente imbarazzanti.

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