Calcio

La Sampdoria perde ad Udine ed è aritmeticamente in Serie B

Sampdoria
Esultanza Sampdoria - Foto LiveMedia/Patrizio Moretti

Udine sempre decisivo in questo campionato. Se giovedì 4 maggio la Dacia Arena era stata sede di trionfo e di ritorno al sogno (coronato) del Napoli che dopo 33 anni si è dichiarato Campione d’Italia, dopo 4 giorni sempre la Dacia Arena ritorna a giocare un ruolo importante e decisivo in questo campionato. Dall’euforia alla tragedia, ovviamente sportiva questa volta: la Sampdoria, dopo la sconfitta contro gli uomini di Sottil, è retrocessa in Serie B dopo ben 11 anni dall’ultima volta.

Una stagione da dimenticare per la Sampdoria che ha pagato le immense difficoltà societarie ed una squadra debole caratterialmente oltre al basso tasso tecnico in squadra. Stankovic l’ultimo dei piloti che ha cercato di evitare la burrasca in casa Doria. La stagione è iniziata con il ritorno di Marco Giampaolo con l’auspicio che gli antichi fasti in terra ligure potessero tornare alla luce. La realtà dice ben altro: dopo 8 giornate, 2 pareggi (anche se con Lazio e Juve) e 6 sconfitte nelle prime 8, solo 4 fatti e 16 subiti. Dopo il ko interno contro il Monza si decide di cambiare e di da avvio all’avvento di Dejan Stankovic in panchina che purtroppo per i doriani non riesce nel miracolo diportare in salvo una barca troppo fragile per non affondare.

La Sampdoria, che retrocede dopo ben 11 anni, porta i segni di un periodo totalmente nero, anzi totalmente rosso. La gestione di Ferrero ha portato 2oo milioni di debiti circa, troppi per essere presi in carico da qualcuno al momento. Il risultato sportivo non poteva che essere diretta conseguenza di quella che si respira all’interno degli uffici doriani. Il clima a Genova sponda blucerchiata, perchè quella rossoblu sorride e festeggia, è infuocato come gli ultimi episodi a Marassi testimoniano. Da un certo punto di vista il ripartire dalla Serie B sarebbe il male minore in quanto si accetterebbe il quadro sportivo di una stagione che è potuta andare male: la verità è che il fallimento è un’ipotesi, purtroppo, concreta e l’ombra del dilettantismo è sempre più aleggiante.

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